Delitto di Garlasco, dall'incidente probatorio emerge l'assenza di Dna sulle impronte, quindi test impossibili. Cosa cambia per Andrea Sempio e l'indagine
Non ci sono tracce genetiche sulle impronte repertate nella villa dove 18 anni fa è avvenuto il delitto di Garlasco, quindi non si può fare alcun test del Dna. Almeno per quanto riguarda le impronte che sono state individuate sulla scena del crimine e nelle immediate pertinenze, potrebbe essere già terminata la caccia al Dna.
La novità emerge dai primi risultati dell’incidente probatorio che è tuttora in corso: non ci sono profili genetici estraibili per effettuare comparazioni in quasi tutte le impronte che sono raccolte nei fogli di acetato.
A confermare questo scenario, stando alle indiscrezioni finora emerse e riportate dall’Ansa, anche gli approfondimenti che sono stati ripetuti in laboratorio dai periti coinvolti nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.
Solo per uno dei fogli di acetato dovrebbe esserci la ripetizione degli esami, in quanto sarebbero state rinvenute delle tracce, probabilmente di saliva. Eppure, anche per questo si ritiene che sarebbe impossibile estrarre del Dna.
DELITTO DI GARLASCO, LE PROSSIME TAPPE DELL’INCIDENTE PROBATORIO
Il condizionale è d’obbligo, a maggior ragione con la Procura di Pavia che mantiene stretto riserbo sulla nuova indagine sul delitto di Garlasco. Nel frattempo, prosegue l’incidente probatorio, che dovrebbe ripartire venerdì 4 luglio. Ad esempio, dovrebbero essere effettuate delle campionature per procedere con dei test genetici sui tamponi della vittima, su alcune tracce di sangue che all’epoca dei fatti non avevano prodotto risultati e su quelle individuate su un frammento del tappeto del bagno di casa Poggi.
Dopo le campionature, bisognerà attendere i risultati degli esami, che potrebbero essere disponibili la settimana prossima. Sono previsti esami anche su un frammento di pelo o capello rinvenuto nella spazzatura della villa, invece non ne sono previsti su un cucchiaino che venne già analizzato all’epoca e su cui fu rinvenuto il dna della vittima.
I periti già venerdì potrebbero informare i consulenti su come vogliono procedere per leggere e studiare i dati sul Dna individuato sulle unghie della vittima, attribuito ad Andrea Sempio dai pm in virtù di una consulenza. Ma prima va chiarito se può essere “letto” e confrontato, visto che una perizia agli atti processuali stabilì che non lo era.
COSA CAMBIA PER ANDREA SEMPIO
Le indiscrezioni trapelate potrebbero rappresentare una buona notizia per Andrea Sempio, visto che si riduce il peso dei reperti a suo carico. Ad esempio, l’impronta 10 non può essere attribuita né all’indagato né ad Alberto Stasi. I reperti nella spazzatura contengono tracce riconducibili solo alla vittima o al condannato, nessuna di esse a Sempio. Dunque, in piedi resta la questione dell’impronta 33, quella trovata sul muro delle scale, attribuita all’indagato. Peraltro, la presenza di un’impronta non dimostra un coinvolgimento diretto.