Delitto di Garlasco, contraddizioni di Andrea Sempio sul malore avuto durante l'interrogatorio del 2008. E su Dna di Ignoto 3 non ci sarebbe contaminazione
Il comunicato diffuso ieri dal procuratore Fabio Napoleone rappresenta il terzo intervento pubblico da quando è stata aperta una nuova indagine sul delitto di Garlasco. Nel primo caso la Procura di Pavia aveva annunciato l’apertura della stessa, nel secondo ha rivelato che l’impronta 33 è attribuibile ad Andrea Sempio, mentre ieri ha puntato il dito contro chi sta diffondendo suggestioni, in particolare opinionisti, consulenti ed esperti.
La presa di posizione è considerata pesante in primis per l’attitudine degli inquirenti, rimasti sempre in silenzio, lontani dalle polemiche, nonostante le critiche di questi mesi. Secondo quanto riportato dal Corriere, in alcune discussioni pubbliche è stato suggerito che l’operato degli investigatori potrebbe aver subito pressioni o influenze da parte dei legali di Alberto Stasi, l’unico imputato condannato in via definitiva per l’omicidio di Garlasco.
Nello stesso contesto, il quotidiano menziona i consulenti Marzio Capra, per la famiglia Poggi, e Luciano Garofano, per Andrea Sempio, i quali avrebbero espresso forti perplessità sulla precisione e sull’attendibilità degli accertamenti tecnici condotti.

Il punto di maggiore frizione è diventato Ignoto 3, il Dna non identificato rilevato sul tampone orale. Prima se ne negò addirittura l’esistenza, poi si parlò di un possibile errore dovuto a garze non sterili, fino ad arrivare alla teoria secondo cui quella traccia sarebbe legata a un altro cadavere analizzato in precedenza.
DELITTO DI GARLASCO, INCHIESTA VICINA A SVOLTA?
Il comunicato di Napoleone, però, potrebbe rappresentare una svolta perché, secondo il Corriere, l’inchiesta potrebbe essere arrivata a una fase cruciale. Ci sarebbero diversi aspetti che non tornano rispetto alle dichiarazioni rese. Questo è il caso del nuovo indagato, che a Quarto Grado ha parlato di un malore durante l’interrogatorio del 2008, ma nei verbali dell’epoca non c’è traccia di ciò. Inoltre, ha fatto riferimento a pause non registrate dagli inquirenti e di essere stato mandato a casa a prendere lo scontrino.
Per quanto riguarda il malore, ha fatto riferimento a una febbre che aveva da giorni e all’intervento del 118 in caserma. Eppure, quando i media ne diedero notizia, insieme ai legali negò la circostanza, definendo falsa la notizia.
Relativamente al Dna denominato Ignoto 3, gli inquirenti hanno scartato l’ipotesi di una contaminazione accidentale, poiché il materiale genetico non appartiene a personale medico, investigatori, addetti della sala mortuaria o a chiunque sia entrato in contatto con il tampone o con la salma di Chiara Poggi.
Si sta verificando in ultima analisi l’ipotesi dell’inquinatore, per cui, una volta fugato questo dubbio, la Procura di Pavia potrebbe ritenere di avere la traccia di un complice di Sempio. Ma il condizionale è d’obbligo, in virtù dei lavori in corso e del silenzio degli inquirenti.
