L'intervista di Quarto Grado ai genitori di Chiara Poggi in merito al delitto di Garlasco fra vecchie e nuove indagini: ecco cos'hanno detto

Grande esclusiva di Quarto Grado che ha potuto parlare con i genitori di Chiara Poggi, in merito al delitto di Garlasco che proprio in queste settimane si è riaperto con nuove clamorose indagini. “Non ho mai pensato di andare da un’altra parte, cambiando casa non avrei cancellato o alleviato il dolore, questi sono i miei ricordi, la mia vita fatta con Chiara”, esordisce così Rita, la mamma della povera ragazza uccisa il 13 agosto del 2007.



Il padre di Chiara si ricorda benissimo quel giorno, quando stavano partendo per andare in montagna, in Trentino Alto Adige, salutando la figlia: “Io me la ricordo quando ci siamo salutati: ero fuori con la macchina che avevo caricato le valigie e le dissi, se hai cambiato idea perdiamo mezz’ora fai il trolley, poi le ho fatto le solite raccomandazioni di non aprire a nessuno. Lei quando si alzava al mattino disinseriva le allarme, apriva le persiane e lasciava giù le tende”.



Quindi ha aggiunto: “Alberto Stasi è venuto in casa nostra una sola volta quando c’ero io”. Arriviamo quindi al giorno della morte: “Chi ci ha dato la notizia? I carabinieri – spiega la mamma – ci hanno chiamato e ci hanno detto che dovevamo andare subito in caserma perchè era morta la figlia”, e il padre precisa: “Abbiamo pensato che fosse caduta dalle scale e che aveva picchiato la testa poi in caserma ci hanno detto che l’avevano ammazzata, mai avrei pensato questa cosa”.

GARLASCO, I GENITORI DI CHIARA POGGI SU ALBERTO STASI

Il papà di Chiara Poggi afferma di non aver mai nutrito “Sospetti verso l’Alberto Stasi fino al giorno del suo primo arresto, da lì i rapporti si sono interrotti”, e la mamma aggiunge: “Quando arrestato Alberto è stato uno choc, poi è iniziato il processo ed è stato molto lungo, ricordo che dopo la prima assoluzione dissi che noi avremmo continuato a cercare la verità e lo abbiamo fatto”.



Ma cosa ha convinto i genitori di Chiara Poggi che sia stato proprio il fidanzato ad ammazzare la figlia? “Il fatto che non si sia sporcato le scarpe – racconta il padre – e il suo errore è stato quello di non entrare in casa, camminarci su, e poi andare dai carabinieri, non ci sono sue impronte, oltretutto lui aveva quelle scarpe, 42 marca Frau. Che necessità avevano di buttarla già dalle scale?”

La mamma aggiunge: “Lui ha detto che è sceso uno o due gradini, non poteva calpestare quella macchia di sangue, era impossibile, ma non lo diciamo noi, l’han detto i periti”. Il padre racconta ancora: “Quando andavo a prenderlo per andare al cimitero mi aspettavo che mi dicesse che fosse indagato ma che non c’entrava, non c’è mai stato un saluto nelle aule del tribunali”.

Sulle nuove indagini su Andrea Sempio, Rita precisa: “Ci sono indagini in corso, Alberto Stasi è condannato in via definita, non deve esprimere dei pareri, fino adesso è lui il condannato, in questi anni non ci ha mai contattato. Io lo vedevo nei tribunali ma non l’ho mai guardato e non ho mai voluto guardarlo”.

GARLASCO, I GENITORI DI CHIARA POGGI, ANDREA SEMPIO E IL RISARCIMENTO

Il padre invece precisa: “L’abbiamo saputo dal telegiornale, dalla televisione, abbiamo detto, ‘ci siamo un’altra volta’. Sempio ha solo 3 telefonate e basta, ha fatto qualche telefonata di notte ma era mio figlio che usava il suo cellulare per dire che stava tornando a casa. Il dna di Andrea Sempio sulle unghie di Chiara? Ho sentito che di cromosoma compatibili qui a Garlasco potrebbero essere 500″, per la mamma di Chiara:

“Se il dna fosse compatibile non sarebbe nulla di straordinario, lui veniva qui a giocare con Marco, sotto giocavano con i videogiochi e sopra con il computer e l’unico che avevamo era quello di Chiara”, quindi il padre aggiunge: “Sempio la conosceva solo di vista mio figlia, mai sentito dire che si era fermato a parlare con mia figlia, facciano pure queste indagini così prima o poi questa storia finirà. Marco è dispiaciuto, è uno dei suoi migliori amici, all’inizio era anche un po’ sconvolto”.

Sulle chiamate di Stasi: “Lui abita a 500 metri, non risponde al telefono la tua fidanzata che è a casa da sola, e non pensa di dire, andiamo a vedere cosa è successo?”.

Sulla spazzatura prelevata dai carabinieri nel 2023: “17 anni dopo cosa possono trovare nel mio sacco dell’immondizia, me l’avessero chiesta e gliela davo”, e la mamma di Poggi aggiunge: “Noi abbiamo sempre dato la disponibilità su tutto”, e il padre: “Era per una questione di segretezza? Va bene ma non mi sembra giusto”.

Sul risarcimento: “Se dovessimo restituirlo glieli restituiamo senza problemi. Noi del risarcimento ne abbiamo voluti molto meno per fare vivere la madre, a questo ritmo ci vorranno 40 anni per concluderlo, io ne ho 70, quindi faccia lei”. Al momento Alberto Stasi versa 700 euro al mese dopo averne versati 300, e la famiglia aveva inizialmente chiesto un risarcimento da un milione di euro.

GARLASCO, I GENITORI DI CHIARA POGGI SULLA NUOVA INDAGINE

Sulla nuova indagine: “Non può spazzare via cosa è successo su Stasi, l’avvocato dice comunque che uno dei colpevoli è Stasi e con ignoti, che non può essere Sempio, Stasi li conosce chi sono questi ignoti”. I genitori non sono pronti ad incontrare Stasi: “Spero di non incontrarlo mai più, non siamo pronti ad incontrarlo”.

Gianluigi Nuzzi ci tiene a precisare che: “Gli inquirenti quando indagano e devono sequestrare materiali non è che bussano alla porta allo chiedono e lo fanno, questo va detto perchè i carabinieri stanno lavorando con dedizione e trasparenza di sempre, gli investigatori fanno il loro mestiere in silenzio e vanno rispettati e mi scuso se la scorsa puntata qualcosa è stato visto come un personalismo degli stessi investigatori”.

Infine le parole di Carmelo Abbate, in merito al nuova possibile testimone (l’ex vigile del fuoco), che potrebbe rimescolare le carte in tavola circa l’alibi di Andrea Sempio: “E’ importantissimo, è uno snodo cruciale”, poi aggiunge: “Prima chiamano Sempio e gli chiedono il dna e non vuole darlo, poi non vuole andare all’incidente probatorio, poi la madre viene chiamata dai carabinieri ha facoltà di non rispondere e non parla, è gravissimo, Allo stesso modo trovo grave ciò che è stato fatto nel 2008: al di là di come finirà oggi ti dà l’idea di cosa non è stato fatto ai tempi ed è gravissimo”.