Secondo le prime indiscrezioni, nelle impronte prelevate nella villetta di Garlasco non ci sarebbe alcun DNA: prosegue l'incidente probatorio
Quella di oggi è una giornata ricca di colpi di scena – almeno, apparenti – sul delitto di Garlasco con la conferma da parte della Cassazione per il regime di semilibertà concesso qualche settimana fa ad Alberto Stasi (unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi) e con le primissime indiscrezioni sugli esiti dell’incidente probatorio che sta attualmente cercando tracce imputabili ad Andrea Sempio – o anche ad altri soggetti – tra i reperti prelevati nella villetta di Garlasco.
Partendo proprio da qui, secondo quanto appreso e riportato da diversi quotidiani, in nessuna delle circa 60 impronte trovate sulla scena del delitto di Garlasco di cui sono ancora disponibili gli adesivi di acetato (tra le protagoniste indiscusse dell’incidente) è stato possibile estrarre DNA in quantità sufficienti per ottenere il profilo di chi le ha lasciate: un aspetto importante, soprattutto se unito agli esiti – e ci torneremo tra poco – delle analisi sulla spazzatura di casa Poggi.
Particolare attenzione era stata posta sulla cosiddetta “impronta 10” che venne già repertata in occasione delle prime indagini sul delitto di Garlasco sulla porta d’ingresso della villetta: secondo la Procura l’impronta non apparterebbe né ad Alberto Stasi, né ad Andrea Sempio, ma potrebbe essere compatibile con l’ipotesi che a lasciarla sia stato l’assassino di Chiara Poggi dopo averla brutalmente uccisa nel 2007.
Con l’attuale analisi si mirava proprio a capire se sull’impronta 10 – e anche su tutte le altre – si potesse estrarre il DNA della vittima e quello di un altro soggetto per avvalorare l’ipotesi che sia stata lasciata dal killer con le mani ancora sporche del sangue di Chiara e confermare l’eventuale identità del proprietario: chiaro è che se le indiscrezioni fossero confermate (e per ora la Procura sta mantenendo il suo ormai proverbiale assoluto riserbo), entrambe le ipotesi dovrebbero essere definitivamente escluse.
Casa sappiamo sull’incidente probatorio per il delitto di Garlasco: le impronte, la spazzatura, i DNA sotto alle unghie e il tappetino del bagno
Quella di oggi, insomma, è una notizia importante, ma per comprenderla fino a fondo è bene dire che l’assenza di DNA su quelle impronte (oltre a essere già stata accertata in occasione delle prime indagini) potrebbe essere legata anche al normale deterioramento delle tracce genetiche conservate per 18 lunghissimi anni nei faldoni di prove relative al delitto di Garlasco: non a caso ora si attende l’analisi dattiloscopica, dalla quale potrebbero emergere delle nuove impronte digitali utili a identificare un soggetto.
Nel frattempo, resta ancora aperta la partita sulla spazzatura prelevata nella villetta di Garlasco, con la difesa di Alberto Stasi che ha chiesto che si svolga un secondo test genetico sui reperti: il primo, infatti, è riuscito a individuare solamente tracce compatibili con lo stesso Stasi (limitatamente all’Estathè) e con Chiara Poggi (sui piattini, sui due vasetti di Fruttolo, sulla busta della spazzatura e sulla scatola di cereali che si trovava sul divano); facendo, insomma, cadere l’ipotesi che si trattasse della colazione fatta da Chiara con il suo killer.

Resta, comunque, completamente aperta la partita dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco: gli esiti certi e definitivi dovrebbero arrivare solamente a ottobre (momento in cui tutte le supposizioni e le indiscrezioni troveranno le dovute conferme o smentite); mentre venerdì 4 luglio si procederà all’analisi dei tamponi effettuatati su Chiara e del tappetino del bagno sul quale c’è un’impronta di scarpa mai attribuita – con suola differente da quella Frau imputata a Stasi – e resta da capire quando verrà calendarizzata l’analisi sui due DNA maschili trovati sotto alle unghie della vittima che hanno dato nuovo vigore all’indagine con l’attribuzione a Sempio di uno dei due da parte dei difensori del condannato.
