A distanza di dieci anni dalla condanna a carico di Manuel Winston Reyes per l’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, avvenuto il 10 luglio del 1991 nella sua villa all’Olgiata, elegante comprensorio nell’area nord di Roma, l’uomo tornerà nuovamente in libertà. Il prossimo lunedì, come scrive TgCom24, si apriranno le porte del carcere per il filippino ex maggiordomo che ha così terminato di scontare il suo debito con la giustizia italiana.
Sono trascorsi oltre trenta anni dall’uccisione della nobildonna napoletana sposata con un costruttore romano. Il suo corpo senza vita fu trovato nella sua camera poco prima della cerimonia per i dieci anni di matrimonio che la vittima avrebbe festeggiato con il suo consorte. Per 16 anni il delitto dell’Olgiata rimase un giallo irrisolto, fino a quando dopo molti anni di indagini i sospetti del marito caddero proprio sul maggiordomo filippino che a distanza di tempo fu arrestato, processato e poi condannato a 16 anni per l’omicidio della contessa. Ad incastrarlo fu una macchia di sangue ed un Rolex che permisero al marito della vittima di fare ricorso al Riesame.
Delitto Olgiata, killer torna libero dopo 10 anni
Manuel Winston Reyes fu condannato in primo grado a 16 anni per il delitto dell’Olgiata. Secondo i giudici fu lui a strangolare la contessa Filo Della Torre. Condanna poi confermata anche in Appello e Cassazione. Adesso però l’uomo tornerà libero a distanza di 10 anni dalla condanna.
Il figlio della vittima, Manfredi Filo Della Torre, appresa la notizia ha commentato amaramente a TgCom24: “Sapere che per un omicidio si scontano solo dieci anni è aberrante, Reyes non si è mai pentito. Capisco il garantismo, le tutele ma ricordo a tutti che Reyes è un assassino che non si è mai pentito per ciò che ha fatto ed è stato individuato come l’unico responsabile dopo vent’anni dall’omicidio grazie a mio padre”. A confermare all’Agi la liberazione, il difensore dell’uomo, l’avvocato Nicodemo Gentile, il quale ha commentato: “Manuel Winston Reyes dovrebbe uscire lunedì dal carcere ed è una cosa ampiamente prevista e risaputa. Dipende dal calcolo della pena, perché lui è stato condannato a 16 anni ma, beneficiando dell’indulto ha scontato 3 anni in meno. Inoltre esce dopo 10 anni e non dopo 13 per la liberazione anticipata. Calcoli alla mano è corretto”. Pur comprendendo pienamente ed umanamente la sofferenza del figlio della vittima, l’avvocato ha concluso: “ci siamo rimessi al giudizio della Corte. È stato condannato a 16 anni ed è giusto che esca”.