In Argentina è sceso l'indice di povertà, ma questo importante risultato rischia di essere sprecato in malo modo da Milei

L’Argentina di Milei ha stabilito un altro record, direttamente collegato al forte ribasso dell’inflazione: l’indice di povertà, nei primi tre mesi del 2025, ha registrato un dato del 34,9%, confermato da un Indec (che corrisponde all’Istat nostrano) che, ricordiamolo, è a direzione kirchnerista, e quindi sotto l’influenza diretta dell’attuale opposizione al suo Governo.



Nel gennaio 2024 l’indice era al 57,4% e quindi si può parlare di un mezzo miracolo, visto che ciò significa che che la caduta sarebbe di 10,5 milioni di persone. Sempre secondo le cifre diffuse regolarmente nel corso degli anni, nel primo trimestre del 2024 ben 26 milioni di argentini erano nella povertà più completa, mentre nel secondo già erano diminuiti di 2 milioni fino all’attuale cifra di 18,3 milioni.



Una caduta mai vista nel Paese da decenni governato da un populismo che lo ha portato a crisi stellari, non solo quella storica del 2001, e quindi si può ben dire che si sia finalmente arrivati a un’inversione di tendenza che ora tutti sperano continui a riattivare un’economia che solo due anni fa era arrivata al collasso.

Ma, fedele alla sua tradizione di alti e bassi, quasi allo stesso tempo il Presidente argentino ha registrato una sconfitta abbastanza clamorosa dal punto di vista della giustizia, visto che il Senato ha definitivamente votato la defenestrazione di due giudici (Ariel Lijo e Garcia Mansilla) in un primo tempo fortemente raccomandati dal kirchnerismo e protetti da Milei stesso, dalla Suprema corte di Giustizia, il massimo organo argentino.



Mansilla, quindi, dovrà in pratica dimettersi dal suo incarico mentre Lijo è stato bocciato nella nomina: la cosa strana è che il voto che ha partorito l’importante decisione è stato generato dall’unione di Senatori sia del Pro di Mauricio Macri che del Frente de Todos kirchnerista che ormai ha capito come la decisione contraria (realizzata per salvare Cristina Kirchner dalla condanna definitiva elevata a 12 anni) avrebbe provocato un danno elettorale molto grave nelle prossime elezioni sia nella grande Buenos Aires (18 maggio) che in quelle legislative del prossimo 25 ottobre che rinnoveranno 127 dei 257 deputati nel Congreso de la Nacion.

Altro dato importantissimo nella scorsa votazione del Senato è anche quello di un macrismo che nella pratica ha rotto la sua strana alleanza con il partito Lla (La libertad avanza) di Milei, mandando un messaggio fortissimo allo stesso Presidente, visto che proprio i voti del Pro di Macri ne avevano permesso l’elezione: e qui tocchiamo un tasto importante, visto che in un recente incontro tra i due Milei aveva accettato tutte le proposte macriste per rinsaldare un’alleanza che negli ultimi tempi aveva registrato rotture continue.

La spiegazione dell’ennesimo voltafaccia risiede in un dato che molti avevano previsto, ma che ora è ormai purtroppo sicuro: il potere decisionale è ormai quasi totalmente nelle mani della sorella del Presidente, Karina, ovvero la famosa cartomante nominata dal fratello segretaria di Stato.

Il piano di Karina, che ha già modificato integralmente la squadra presidenziale iniziale con espulsioni di politici di grandissimo livello che la componevano, mira a ottenere nelle prossime tornate elettorali una maggioranza schiacciante che potrebbe proiettare il partito mileista fino a un potere in grado di definire autonomamente (quindi senza alleanze con altri partiti) non solo il futuro dell’attuale Governo, ma anche le prossime elezioni presidenziali del 2027.

Il piano è chiaramente irrealizzabile per due motivi molto chiari: in primis il fatto che Lla non ha le persone adatte a coprire i vari incarichi governativi, fatto già accaduto lo scorso anno con l’alleanza con il Pro stesso. Inoltre, ciò implica pure il pericolo di un’assunzione di elementi ora perokirchnersti nel partito, trasformandolo in pratica in una commistione politica ben lontana da quanto promesso agli elettori nel 2023: ossia la fine del peronismo e i suoi alleati nel potere.

Ora non resta che attendere i risultati elettorali prossimi per capire definitivamente se Milei abbia veramente l’intenzione di cambiare il Paese, fatto per ora confermato da grandi e inattesi risultati sopra citati, ma che potrebbe essere disatteso da una serie di errori suicidi finora ispirati da una sorella che moltissimi vorrebbero definitivamente fuori dai giochi.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI