L’emergere di un sistema di tangenti che vedrebbe implicati personaggi vicini a Milei, e il ruolo della sorella Karina, mettono nei guai il presidente
Mercoledì scorso, nel corso di una visita al quartiere Lomas de Zamora di Buenos Aires, il corteo presidenziale che si stava avviando verso una manifestazione elettorale del partito LLA di Javier Milei, visto che il 7 settembre ci saranno elezioni provinciali che investiranno la capitale argentina, è stato colpito dal lancio di pietre e si è dovuto agire d’emergenza per raggiungere il luogo dell’incontro.
Il fatto rientra nell’atmosfera a dir poco surriscaldata che si è instaurata dopo la scoperta di registrazioni nelle quali l’ormai ex direttore della Agenzia Nazionale per le Disabilità, Diego Spagnuolo, rivela un sistema di tangenti operate sui finanziamenti statali alle varie organizzazioni dello Stato stesso e che avevano come collaboratori diversi personaggi dell’entourage presidenziale ma innanzitutto come regista di tutta l’operazione la sorella del presidente, Karina Milei.
Non si tratta del primo scandalo che colpisce il presidente (ricordiamo quello denominato “Criptogate” esploso circa un anno fa e che investiva un imprenditore finanziario), ma sicuramente arriva in un momento delicatissimo non solo per le prossime votazioni, ma anche perché in questi ultimi tempi diversi senatori o deputati facenti parte del Governo hanno rassegnato le dimissioni e si sono uniti ad una “opposizione” che ormai ha una chiara maggioranza e che, oltre a votare contro provvedimenti impopolari del Governo, annulla attraverso il voto del Senato i veti che Milei impone alle decisioni delle Camere, approvando i decreti nella pratica.

Ora c’è anche da dire che di questi scandali il kirchnerismo approfitta a piene mani organizzando anche proteste che, esternate fino ad ora in manifestazioni abbondantemente “guidate” da elementi kirchneristi (basti pensare a quelle dei mercoledì dei pensionati, dove si registrava la presenza di una maggioranza di partecipanti giovanissimi ovviamente al di fuori degli “standard” INPS), sono arrivate pure ad atti di violenza come quello descritto sopra.
Le prime registrazioni del caso, già definito “Coimagate” (scandalo delle tangenti) provenivano da un mezzo di informazione chiaramente kirchnerista e quindi si poteva supporre una classica “operetta” montata ad arte, ma poi improvvisamente ne sono apparse altre da fonti diverse e lo scandalo ha assunto posizioni altamente pericolose, che mettono seriamente in forse non solo il risultato elettorale, ma la stessa sopravvivenza di Milei al potere, come da noi già anticipato tempo fa per altre situazioni di obiettiva difficoltà nella sua gestione.
La figura di Karina, sorella del presidente ed anche sua Segretaria di Stato, assume contorni sempre più discutibili ed in molti, anche all’interno del suo stesso partito, la vedono come una figura addirittura dominante nel gioco presidenziale.
Come sottolinea in un nostro contatto la candidata Maria Eugenia Telerico, leader del gruppo politico “Potencia” che si ripropone l’instaurazione di un potere veramente repubblicano in Argentina, “il Governo attuale ha molta corruzione al suo interno e vedremo come finirà questo ulteriore scandalo, che è scoppiato in una lotta interna tra due leader del partito LLA come Santiago Caputo e Martin Menem, fatto che poi ha dato origine al caso.
Non ci sono ormai dubbi che ‘la casta’ si sia impadronita del potere e che la Segretaria alla Presidenza (Karina Milei, ndr) non dispone di capacità per condurre il Governo di suo fratello.
Francamente non so se questa situazione servirà per costringere Milei alle dimissioni e darà l’opportunità alla sua Vice, Victoria Villaruel, di assumere la Presidenza” conclude la candidata.
È però certo che i contraccolpi ci saranno e pure notevoli: potrebbero riflettersi anche sull’economia, ma soprattutto sul futuro dell’organico presidenziale nel caso che le prossime elezioni (oltre a quelle di settembre ci sarà una tornata elettorale pure ad ottobre) non daranno i risultati sperati ed anzi Milei si troverà con le due camere del Parlamento apertamente contro con una maggioranza importante.
Certo è che oltre all’incapacità “parentale” di una sorella che nel corso del tempo ha costretto ministri molto validi, e che avevano vinto a livello elettorale, alle dimissioni, per rimpiazzarli con personaggi a lei graditi ma assolutamente incapaci, bisogna anche dire che il piano mileista di completa dismissione dei finanziamenti dello Stato in vari settori, considerandoli fonte di sussidi ingiustificati o corrotti, specie riguardo a settori nevralgici come sanità e pensioni, hanno alla fine provocato un malcontento generale.
La perdita del potere di acquisto dei salari ed anche l’aumento dei prezzi hanno indebolito non solo le classi fragili, ma soprattutto una classe media che da sempre ha supportato il potere mileista e che ora, con questo scandalo, sta perdendo fiducia nel suo leader, nonostante continui il suo disprezzo verso un pero-kirchnerismo che ha portato l’Argentina a tracolli continui fin dal 1947, quando assunse il potere.
Nonostante i successi, specie economici, raggiunti dal suo Governo in tempi strettissimi, la paura di una casta corrotta e tutto sommato complice dei poteri che l’hanno preceduta, costituisce un motivo forte di sfiducia per paura di ritornare al passato.
Oltretutto Milei & co. hanno reagito con molto ritardo allo scoppio dello scandalo e, come per altri casi già citati, non hanno disposto indagini concrete e profonde al riguardo per chiarire il tutto, preferendo trincerarsi nella solita commedia dell’“operetta” costruita di peronista memoria.
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