Una nuova incredibile decisione argentina si aggiunge alla vicenda relativa all'ex brigatista Leonardo Bertulazzi
L’Argentina non finisce mai di stupire: giorni fa la Camera di Cassazione Penale ha di fatto annullato la decisione sulla revoca dei domiciliari all’ex brigatista Leonardo Bertulazzi, 73 anni, ordinandone la scarcerazione dai domiciliari, con voto favorevole dei giudici Angela Ledesma e Alejandro Slokar e quello contrario di Guillermo Jacobucci.
La questione quindi indietreggia un’altra volta in maniera metafisica, visto che la Cassazione ha ordinato un nuovo pronunciamento, considerata la sua età e confermato il suo status di rifugiato, al contrario di quanto deciso in precedenza, quando anche autorevolissime e importanti fonti da noi consultate avevano confermato l’autorizzazione imminente all’estradizione del ricercato.
Ora in pratica l’Italia dovrà decidere per un nuovo processo… dietro l’invito di un Paese straniero, cosa alquanto metafisica e che mette in questione per l’ennesima volta la sovranità di una nazione che, di fatto, dovrebbe essere una Repubblica indipendente, ma a diversi livelli, politico, economico e ora anche giudiziale non riesce più ad avere un’indipendenza che le compete.
Anche se chi da noi interpellato ha insistito sulla concessione dell’estradizione dandola per scontata, ormai le cose sono talmente mutevoli da non prestare più fede a nessuno.
In tutto questo bailamme stupisce il sostanziale silenzio proprio del Presidente Milei che è però interpretabile in due modi contrastanti: da una parte non interferire con la giustizia in maniera da non apparire influente sulle decisioni di quest’ultima, ma dall’altra sorgono dubbi, visto che la problematica del giudizio, anche ritardato, sui misfatti del terrorismo targato anni 70 è un problema che investe, come sappiamo, pure l’Argentina e sul quale fin dalla sua campagna elettorale Milei si era pronunciato anche con una certa “energia” nel perseguire i delitti commessi.
E qui però sorge un altro punto molto più “interno”: la crisi ormai evidentissima e molto violenta dei rapporti con la Vicepresidente Vittoria Villaruel, che da sempre appartiene a quella larga maggioranza che vorrebbe condannare in toto il terrorismo.
Ormai i due sono arrivati al punto che, nonostante sia la seconda autorità dello Stato, Villaruel non è stata nemmeno alla tradizionale manifestazione che è la Fiera della Rural, un’esposizione di grande valore politico e mediatico che da sempre rappresenta la voce degli agricoltori e allevatori, che costituiscono una delle fonti di maggior importanza (se non la principale) dell’economia argentina.
Arrivata sul posto, Villaruel non è stata fatta entrare in maniera inequivocabile, e ciò ha oltremodo aumentato il volume di questa “guerra” interna, sponsorizzata soprattutto dalla potentissima sorella di Milei, Karina, la quale come segretaria di Stato detiene il potere più grande nel Paese e si è permessa di allontanare dalla squadra presidenziale personaggi che avevano conquistato i loro incarichi non solo per competenza, ma pure per aver vinto le elezioni, provocando sconquassi nel potere e di fatto non permettendo un’opposizione ai propri ideali, ben poco democratici, offrendo posti di Governo a personaggi che, per averli, si sono allontanati dai gruppi politici, spesso alleati del mileismo, di cui facevano parte.
Ingrossando le file del partito ormai principale di Governo (Lla: La libertad avanza) e di fatto svuotando il Pro, il gruppo dell’ex Presidente Mauricio Macri, che di fatto aveva permesso, con il suo appoggio, la vittoria elettorale di un gruppo che altrimenti sarebbe stato sconfitto inevitabilmente dal perokirchnerismo.
La cui ombra si proietta ogni giorno di più sull’attuale Governo, anche a causa delle decisioni che sono il motivo di questo articolo: una vera e propria tattica che mira al ritorno al potere anche attraverso la “peronizzazione” del fronte opposto.
Non rimane che attendere ancora una volta con la tristezza che ormai il nostro Paese non abbia più un ruolo che gli permetta di recitare una parte di primo piano nelle questioni Internazionali, purtroppo. Il nostro statismo è andato a farsi benedire ormai…
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