IL MONITO DI OLIVIERO DILIBERTO AI PROTO-MAGISTRATI
220 candidati su 3.797 sono riusciti ad essere ammessi all’orale in uno dei peggiori concorsi per magistrati mai visti nella storia repubblicana: secondo Oliviero Diliberto, iscritto al Pci, ex Ministro della Giustizia e oggi docente accademico, quanto avvenuto nell’ultimo concorso è lo specchio di una crisi profonda che parte da lontano.
«Da Presidente di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma li ricevo freschi di liceo: noto che non hanno cognizioni di base, che c’è un vuoto pneumatico e semantico, un deficit culturale profondo. Per dirle: quando accenno all’imperatore Costantino scruto volti incerti, di esuli in territorio nemico», spiega l’ex Pci a “Il Fatto Quotidiano”. Secondo Diliberto, gli studenti europei giunti in Italia con il programma Erasmus sono «molto più preparati dei nostri, questo è un fatto».
DILIBERTO: “LACUNE STUDENTI CONCORSO MAGISTRATI PARTONO DAL LICEO”
Le lacune però partono da lontano, da ben prima della maggiore età: non è tanto un problema di università dunque, bensì di scuole superiori e medie: «la qualità dell’istruzione pubblica fino ai di- ciotto anni è piena di vuoti. Se non ripariamo subito questa voragine», spiega ancora Diliberto al “Fatto”.
L’ex Ministro concorda con l’analisi di Antonio Caporale che reputa come «troppi asini» gli studenti che sono rimasti fuori dal concorso per magistrati dopo degli scritti incredibili: «L’istruzione scolastica deve fare un salto di qualità. Elementari, medie e superiori da riformare. Bisogna qualificare la figura civile di quello che un tempo si chiamava maestro, di colui o colei che insegna. Il maestro aveva una reputazione pubblica formidabile. Ecco, oggi non più». Secondo Diliberto sono due i motivi principali per cui la preparazione didattica «è così modesta»: in primis, «il livello minimo della responsabilità sociale dell’insegnamento», in secondo luogo «la retribuzione così bassa al punto che il reclutamento dei prof subisce sistematicamente l’allineamento verso il basso».