In uscita nelle sale il 24 aprile il nuovo film della regista Maria Sole Tognazzi, “Viaggio sola”, interpreti Margherita Buy e Stefano Accorsi. La Buy nel film è la protagonista Irene, di lavoro “ispettore in incognito” negli alberghi di lusso.
Una professione reale di cui pochi conoscono l’esistenza, e che vede questi professionisti registrarsi sotto falso nome negli alberghi a 5 stelle per constatarne gli standard e, dopo 2 giorni di permanenza, decidere se confermare le “stelle” o declassarlo.
E’ la storia di una donna che non è moglie né madre e non possiede un lavoro stabile, ma che è tuttavia soddisfatta della vita che fa. Un personaggio lontano dal cliché tipico della donna over 40 sola, ma in attesa di un principe azzurro che dia una svolta alla sua vita. E anche se è vero che ogni stereotipo nasce da una realtà, altrettanto reale è il personaggio interpretato da Margherita Buy. Una persona che non risponde ai canoni di quello che ci si aspetta da una donna della sua età, ma che è comunque soddisfatta, con gli inevitabili momenti di malinconia che la sua solitudine/libertà comporta, e che va avanti nella sua vita con forza e fiducia.
Durante una delle sue “ispezioni” Irene/Margherita incontra Kate, un’antropologa inglese che le dice “«Il vero lusso è il piacere di una vita vera vissuta fino in fondo e piena di imperfezioni», un concetto che è al centro della sceneggiatura, che non ha paura a mostrare i due lati di ogni cosa: la doppia vita della protagonista innanzitutto, che si finge una ricca cliente negli alberghi ed è molto meno ricca nella sua vita reale, il suo rapporto con la sorella, fatto di piccoli litigi ma anche pieno di momenti di grande affetto e intimità, il suo rapporto con Andrea/Stefano Accorsi, l’ex fidanzato ora amico, con il quale potrebbe rinascere qualcosa, ma chissà…, e una scelta di vita che poche donne fanno, un lavoro “da uomini”, con poca stabilità, scelta ma anche dettata dai casi della vita a cui spesso ci si piega più per inerzia che per volontà.
Maria Sole Tognazzi, già regista di “L’uomo che ama” e di “Passato prossimo” ha spiegato così il cuore di questo film: “ho voluto fare un film su libertà e desiderio. Non esiste una felicità che va bene per tutti, ognuno deve trovare la propria strada”.