Stanno aumentando in maniera preoccupante in Messico i casi delle cosiddette “predatrice dell’utero” o “Womb Riders”. In poche parole si tratta di donne che non riuscendo a rimanere incinta uccidono altre future mamme, per poi rubare loro il nascituro. L’ultimo episodio di questo tipo, come riferito dai colleghi di Tpi, è giunto lo scorso mese, quando una donna, tale Juanita, è stata arrestata dopo aver assassinato una giovane adolescente in dolce attesa, rimuovendo poi dal suo grembo il bimbo che portava. L’assassina senza scrupoli ha stordito con una pietra la gestante, dopo di che l’ha pugnalata a morte per poi rimuovere il feto. A quel punto è corsa in ospedale dicendo ai medici che era il suo bambino, e che aveva partorito in maniera improvvisa. Come riferito dalla polizia, quello di giugno è purtroppo soltanto l’ultimo di una lunga catena di delitti commessi sempre con lo stesso modus operandi.
DONNE INCINTE MASSACRATE IN MESSICO: CASI SEGNALATI ANCHE NEGLI USA
Un altro caso di questo tipo è giunto sempre recentemente, una 46enne messicana, tale Clarisa Figueroa, che era stata arrestata e accusata di aver ucciso Marlen Ochoa-Lopez, incinta di 9 mesi, impossessandosi del bimbo che portava in grembo. Altro episodio molto simile a marzo del 2018, quando Cinthia Fatima aveva strangolato Jessica Gabriela, per poi rimuovere il bambino che aveva in pancia con un coltello da cucina. Ma i casi si sprecano anche negli precedenti, e diversi precedenti sono stati registrati anche negli Stati Uniti, anche se le forze dell’ordine non ritengono che vi sia un’organizzazione criminale dietro, ma semplicemente trattasi di gesti isolati di donne decisamente folli. A portare alla luce questi casi agghiaccianti è stato anche il tabloid britannico Daily Star, che aveva raccontato la vicenda di Juanita, di cui sopra, poi arrestata dalle forze dell’ordine in quanto nessuno aveva creduto alla sua versione dei fatti. Un fenomeno decisamente preoccupante, che giunge da una delle nazioni considerate storicamente fra le più pericolose al mondo per la sanguinosa guerra fra i cartelli di droga.