Sorvegliata speciale da parte dello Stato italiano e guardata a vista come una sorta di nemico, anche per via di pregiudizi ideologici. La storia di Eddi Marcucci, l’attivista piemontese che nel 2017 era partita sua sponte per il Rojava come ‘foreign fighter’ per sostenere la causa delle donne combattenti curde contro le milizie del defunto califfato dell’ISIS, all’epoca egemoni nel Nord della Siria) è oramai nota ai più e dopo diverse ospitate in tv sono emerse tutte le contraddizioni della vicenda.
Ospite nelle ultime ore di “In onda”, il talk show di approfondimento in programma su La7, Eddi (per l’anagrafe Maria Edgarda Marcucci) ha raccontato la sua vicenda aggiungendo anche diversi particolari: “Io devo rientrare a casa alle 21, e non posso uscire prima delle 7” ha spiegato la diretta interessata ricordando che le disposizioni giudiziarie a suo carico prevedono pure che lei non può partecipare a pubbliche riunioni e ad “alcuna forma di vita pubblica di questo Paese”. Una sorta di beffa per chi è stata sempre impegnata nel sociale e ha scelto di mettersi in discussione in prima persona, e non solo dalle tastiere come molti, per aiutare la causa del popolo curdo.
EDDI MARCUCCI, “SORVEGLIATA SPECIALE” PER LO STATO ITALIANO, MA…
E non solo, come spiega Eddi a Concita De Gregorio e David Parenzo, accompagnati in studio da Marco Damilano, “dalle 18 non posso entrare negli esercizi commerciali e nei luoghi di intrattenimento, inoltre non ho passaporto e la mia carta di identità non è valida per l’espatrio” prosegue, ricordando pure quel funesto ‘libretto rosso’ su cui la polizia annota di volta in volta tutti i suoi movimenti. “Non posso frequentare persone che hanno subito condanne” dice ancora Eddi, ritenuta paradossalmente un soggetto socialmente pericoloso ma, come aggiungte lei, non tanto per la sua attività nel Nord della Siria ma per il suo impegno sociale in Italia, tra Val di Susa e diritti delle donne.
“Aver partecipato a una rivoluzione sociale con armate di autodifesa dall’Isis è qualcosa che per la nostra società non va bene” è la sintesi del ragionamento della Marcucci (a questo link una clip della sua ospitata), ricordando che nel Rojava assieme a lei a combattere c’erano donne di tutto il mondo e soprattutto contro quegli islamisti che solo a parole il mondo occidentale pare condannare. E, come ricordano in studio a “In onda”, forse non è nemmeno un caso che le vicissitudini di Eddi siano aumentate anzi una volta tornata in Italia. Basti ricordare che lo scorso 22 dicembre era stata confermata in appello per lei la sorveglianza sociale e questo anche per la sua militanza No Tav e contro i gruppi neo-fascisti in aumento nel nostro Paese; tuttavia di recente aveva volutamente disobbedito partecipando a un corteo in un atto di disobbedienza civile prima a favore della causa della Val di Susa e poi per una manifestazione di “Non una di meno” a Torino contro i femminicidi.