Occorre che il freddo, che da lungo tempo tiene prigioniero il cuore dei giovani, sparisca e lasci il posto a qualcosa di caldo, di nuovo, di bene
Per i tipi di Itaca è stato pubblicato il libro di Silvio Cattarina “Silenzio, ragazzi, passa il treno. Gioia compagna di vita”. Ne riportiamo un estratto.
Domanderò sempre tanto e tutto: di imparare, di continuare ad apprendere.
Non voglio essere nella posizione di voler dare, bensì in quella di voler e dover tutto ricevere. In quella, semplicemente, di stare, di esserci. Affidarmi totalmente a queste domande, lasciarmi fare da esse, ad esse chiedere che non mi diano mai tregua, che mi incalzino con il loro infinito struggimento che spalanca al Mistero: che letizia sopraggiunge!
Sono le domande a rendere affascinante ogni tratto dell’umana esistenza. Forse il maggior fascino è il dato di gratuità che sprigiona dalle pieghe dei gesti e delle relazioni degli uomini.
Il gratuito da me va verso tutto e ancor più enormemente torna a me. Il gratuito non è il frutto del mio impegno, è la grazia che sorge e che sboccia dalle viscere della realtà, della realtà lambita, toccata da un incontro, da una eccezionalità, da un imprevisto.
Insomma, si tratta di scoprire, di incontrare dentro la vita di tutti i giorni una immensità di vita. Il mio cuore potrebbe rimanere lacerato, trafitto da ferite colme di sofferenza, eppure essere ricolmo di pace, di serenità che mi sostiene con tanta tenerezza.
Insomma, occorre riconoscere, ammettere, inchinarsi davanti al fatto che il mondo ha un senso, è portato da un senso. Il disordine, lo smarrimento, la follia spesso conseguono alla mancata accoglienza di questa evidenza.
Tante situazioni, tante persone, soprattutto i giovani, tanti periodi della storia dell’umanità sono toccati da assurde, incomprensibili, talvolta sanguinose azioni personali e collettive. Tutto questo non può lasciarci indifferenti. Di più, non può lasciarci nel nostro incomprensibile orgoglio, ossia quella posizione psicologica e spirituale di ritenuta superiorità verso tutto, verso il creato, la realtà.
Desideriamo che sorga, che irrompa un moto, un movimento, come quando i torrenti e i fiumi di montagna s’ingrossano, erompono e, travolgendo ogni ostacolo, scendono a valle per rinnovare lo stato delle cose. Il freddo, che da lungo tempo tiene prigioniero il cuore dei giovani fino a irrigidirne il sangue e la carne, sparisca, lasci il posto a qualcosa di caldo, di nuovo, di bene. Il sole possa ancora effondere luce e calore, compassione vera, grande, inaudita. Pace e serenità. Una instancabile, allegra operosità.
Mai malinconici, mai tristi, mai mesti, ma sempre gioiosi, felici, lieti. Persino affaticati, addolorati, feriti, ma colpiti dal fascino della vita, dal sorprendente amore che sicuramente sostiene la vita di ognuno, dalla bellezza che inonda e irrora la terra degli uomini.
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