Niente maturità per chi non ha sei in tutte le materie. Il nuovo Regolamento per la valutazione varato lo scorso anno potrebbe portare a non ammettere agli esami il 60% dei candidati. E anche nell’ipotesi che uno studente su due con un’insufficienza riesca a recuperare, sarebbe una strage epocale, in grado di falcidiare 137mila ragazzi. La nuova norma in vigore prevede infatti che «saranno ammessi agli esami di Stato soltanto gli studenti che, nello scrutinio finale, abbiano conseguito una votazione non inferiore a 6 in tutte le materie e in condotta».
Fino allo scorso anno, invece, lo studente per essere ammesso doveva avere la media del 6. Insomma, con qualche materia insufficiente lo studente andava comunque all’esame, sempre se aveva saldato tutti i debiti precedenti. Nel 2009, una rilevazione del ministero (su un campione di scuole) quantificò in un 5,8% cento il tasso di non ammissione. In totale, circa 28mila candidati. Il dato segnava già un’inversione di tendenza rispetto al passato. Ma niente in confronto a quest’anno: 6 in ogni materia o niente esame. Una vera rivoluzione. La stima degli oltre 130mila studenti non ammessi in base alla nuova norma è basata sulla loro situazione attuale, come i risultati del primo quadrimestre e i voti registrati sul «pagellino» di metà secondo quadrimestre.
Agli studenti non ammessi agli esami andranno poi aggiunti gli studenti che saranno bocciati nel corso delle prove. Nel 2008 erano stati in tutto 12mila, pari al 2,5% dei candidati, mentre nel 2009 si era toccata quota 15mila, pari a ben il 3%. Tra non ammessi e bocciati in tutto 43mila vittime, quasi il 9%. Un record rispetto alle maturità precedenti. In sostanza, quasi il 3% in più rispetto al 2008, quando tra prima e dopo l’esame erano stati bocciati 6 studenti su dieci.
Secondo il Corriere della Sera, a Milano su dieci scuole 35 classi, dal classico al professionale, per un totale di circa 700 studenti, nel primo quadrimestre circa il 64% dei ragazzi dell’ultimo anno ha avuto più di due insufficienze. A metà del secondo quadrimestre, il 38% degli allievi ha ancora una o due insufficienze, il 15% tre materie insufficienti, il 9% più di tre; solo il 38% è tranquillo.
Secondo il Corriere della Sera, a Milano su dieci scuole 35 classi, dal classico al professionale, per un totale di circa 700 studenti, nel primo quadrimestre circa il 64% dei ragazzi dell’ultimo anno ha avuto più di due insufficienze. A metà del secondo quadrimestre, il 38% degli allievi ha ancora una o due insufficienze, il 15% tre materie insufficienti, il 9% più di tre; solo il 38% è tranquillo.
A pochi giorni dal termine delle lezioni, il 62% degli studenti sta facendo lo sprint finale per ribaltare la situazione. Molti riusciranno, ma è probabile che rimanga un 30-35% per cento di studenti con due-tre insufficienze più o meno gravi. Applicando alla lettera la norma che prevede «almeno il 6», andrebbero agli esami 3 o 4 studenti per classe. Un Regolamento, voluto lo scorso anno e poi rimandato per opportunità, da far tremare i polsi agli studenti. Quanto all’ammissione, il dato reale dipenderà da come gli insegnanti saranno disposti a mettere in pratica la norma.
Resta la possibilità del vecchio «voto di consiglio», espresso anche nell’articolo 2 della recente ordinanza sugli esami. In pratica, il consiglio di classe può deliberare, anche in presenza di voti negativi, l’ammissione a maggioranza (e il voto del preside, in caso di parità, decide). A verbale compare il sei in ogni materia e via all’esame. Ma come scrive Repubblica, l’effetto del nuovo regolamento è stato anche quello di creare il panico tra gli studenti, portandoli in massa a frequentare le costose ripetizioni pomeridiane.
Tanto vistosa che alcuni presidi tentano di mettere un freno. Al liceo Berchet di Milano per esempio c’è chi spende 50 euro per un’ora di greco, e chi prende ripetizioni di cui non ha bisogno – tutto in nero, ovviamente. Tanto che il preside del liceo classico, Innocente Pessina, ha invitato ufficialmente gli studenti a non farsi fregare, e i professori a non fare lezioni alle spalle del fisco.
Anche allo scientifico Vittorini c’è stato un boom di lezioni private. Anche perché nel primo quadrimestre metà dei 153 studenti di quinta aveva insufficienze. E se l’anno scorso erano stati ammessi tutti, questa volta sarà dura. Un altro elemento di stress per i ragazzi è il calendario delle prove scritte, che prevede un solo giorno fra il secondo compito e la terza prova, non tre come da tradizione. E ancora non si conoscono i nomi dei professori commissari esterni: la data fissata dal ministero per la compilazione delle liste è oggi, ma il sistema va a rilento. Intanto, i sindacati di base hanno indetto uno sciopero nei primi due giorni di scrutini, per bloccare l’intera macchina delle maturità.
Ma la «tolleranza zero» sulle insufficienze vale anche per l’ammissione all’esame di terza media. Per stemperare l’ansia fra gli studenti dell’ultimo anno, la preside della Cavalieri di Milano ha organizzato per l’11 giugno, ultimo giorno di scuola, un ballo con dj. Mentre gli insegnanti si arrovellano per decidere con quali criteri mettere i voti agli studenti, i professori del liceo linguistico Manzoni hanno invece la preoccupazione contraria: aspettano di sapere quali voti daranno loro gli studenti e le loro famiglie. Per volere dell’assessore comunale all’Istruzione, Mariolina Moioli, mamme e papà in questi giorni danno infatti la loro valutazione alla performance dei singoli docenti, imbucando schede anonime in un’urna in atrio. Un’iniziativa che ha provocato le proteste di alcuni professori.
(Pietro Vernizzi)
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