L’ultima frontiera tech sono gli elmetti che si collegano direttamente al cervello e che permettono di eseguire un’operazione su uno schermo, semplicemente pensandola, ma anche molto di più. A focalizzarsi stamane sull’argomento è il quotidiano britannico Times, “Non molto tempo fa pensavamo che sarebbe stato impossibile”, le parole di Allan Ponniah, consulente presso il Royal Free NHS Foundation Trust e fondatore di Cogitat, uno degli elmetti attualmente più interessanti. Si tratta della cosiddetta BCI, l’interfaccia fra cervello e computer, che secondo gli addetti ai lavori nel giro di cinque anni potrebbe entrare nella vita di tutti i giorni, permettendo svariate funzioni, ma anche di creare nuove forme di intrattenimento, nuovi modi di lavorare e perfino nuovi trattamenti medici.
“Siamo arrivati al punto in cui la fantascienza sta iniziando a diventare una realtà”, ha affermato Andrew Jackson, professore di neurologia all’università di Newcastle. Fra i casi di studio che hanno fatto maggior scalpore in merito a questa nuova strumentazione, quello di alcuni ricercatori svizzeri che il mese scorso hanno utilizzato un BCI per aiutare un uomo paralizzato a tornare a camminare. Gert-Jan Oskam, 40enne, aveva perso l’uso delle gambe da 12 anni: alcune sezioni del cranio gli sono state rimosse, impiantando una serie di elettrodi che hanno migliorato la sua attività cerebrale e di conseguenza sono stati inviati gli stimoli necessari al midollo spinale per muovere le gambe e camminare.
BCI, ELMETTI INTERFACCIA CERVELLO-COMPUTER: IL CASO DI NEURALINK E NON SOLO
Il professor Zubair Ahmed, direttore del Center for Trauma Sciences Research presso l’Università di Birmingham, spiega che tali tecniche sono destinate a liberare molti paralitici dalle sedie a rotelle. In Tubinga, in Germania, un altro sistema BCI ha permesso ad un paziente che non poteva parlare, di comunicare delle frasi intere.
Come dimenticarsi poi di Neuralink di Elon Musk, che impiantando un chip nel cervello dovrebbe permettere di comunicare direttamente con i supercomputer. E con il passare del tempo e il progredire della tecnologia, l’hardware diventerà più economico e ovviamente maggiormente diffuso. “Quando immagini qualcosa e vedi che sta realmente accadendo è strabiliante. Questo non è un passo incrementale. Questa è una trasformazione totale nel modo in cui le persone possono interagire con i computer”, conclude un esperto.