La verità sul caso Emanuela Orlandi sembra ancora lontana, nonostante gli sforzi della famiglia della cittadina vaticana, eppure non mancano rivelazioni e scoperte, come quella di tre oggetti all’interno del cimitero monumentale Verano, raccolto da alcuni studiosi. A svelare il retroscena è Fabrizio Peronaci, che da anni segue il giallo: sul Corriere della Sera segnala che un barattolo di vernice, una chiave con un numero e una moneta rappresentano tre nuovi indizi. Il ritrovamento peraltro è avvenuto nello stesso cimitero dove è avvenuto il furto della bara di Katy Skerl, 17enne il cui omicidio è stato recentemente messo in relazione al caso Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Il furto fu scoperto nel 2022, ma era già avvenuto nel 2013, anno in cui vandali mutilarono la statua dell’Angelo del dolore, la cui particolarità è quella di avere una fascia tra i capelli mossi e lunghi.
Tutto ciò fa supporre al giornalista che all’epoca c’era chi si muoveva tra le tombe con intenzioni sospette. Ora c’è il ritrovamento di questo barattolo di vernice verde, arrugginito e svuotato per oltre metà, insieme a una chiave di auto vecchia, su cui appaiono quattro numeri, che sarebbe riconducibile probabilmente a una Fiat di piccola cilindrata o a una Mini anni ’70, e a una moneta da cento lire del 1956. Sono stati trovati proprio in un’intercapedine dietro l’angelo vandalizzato. In merito a questi elementi, Peronaci ricorda che Marco Accetti, colui che consegnò il flauto di Emanuela Orlandi alla famiglia e la cui voce corrisponde a quella dell’Americano, aveva fatto riferimento all’uso di messaggi in codice e criptati. Peraltro, nei mesi scorsi il pm dell’omicidio Skerl è tornato a interrogare Accetti.
SCOMPARSA EMANUELA ORLANDI, NUOVI INDIZI O COINCIDENZE?
Per quanto riguarda questi oggetti ritrovati, Fabrizio Peronaci fa notare che il colore della vernice nel barattolo è lo stesso verde della Bmw verde tundra su cui sarebbe stata vista salire Emanuela Orlandi in corso Rinascimento, inoltre il cognome dello scultore corrisponde al quartiere in cui sarebbe stata segregata da membri della banda della Magliana (Monteverde), come raccontò l’ex amante del boss De Pedis, Sabrina Monardi.
Il giornalista sul Corriere evidenzia che la tuba della scultura è uno strumento a fiato, come il flauto della ragazza scomparsa, inoltre nella lettera anonima che aprì la pista della possibile sepoltura nel Cimitero teutonico si invitava a cercare il corpo «dove guarda l’angelo». Tutti questi indizi sono messaggi da mandare sottotraccia o una sfida agli inquirenti? Potrebbero essere tutte coincidenze, nel frattempo proseguono i lavori della commissione bicamerale d’inchiesta, che si riunirà il 13 giugno, giorno in cui verranno ascoltate le amiche di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.