EDITORIALE/ Conoscere per insegnare – N° 71 – Dicembre 2018

- Mario Gargantini

Le esigenze più acute presenti nella scuola ruotano attorno al termine conoscenza. A esse può rispondere solo un’esperienza intensa di conoscenza dei docenti, che così diventano insegnanti

Copertina new 71 1280x600 OK 640x300 L’uragano Florence sopra l’Oceano Atlantico, ripreso dalla Stazione spaziale internazionale il 12 settembre scorso (Credit: NASA)

Intervistato in questo numero di Emmeciquadro da Paolo Musso, il filosofo della scienza Evandro Agazzi ha ribadito la sua concezione realista della scienza, dichiarando che «la scienza non è un costrutto semplicemente convenzionale, ma si propone di conoscere il mondo (…) e riesce in questa impresa».

Conoscere il mondo. Sembra un obiettivo facile e quasi superfluo, oggi che tutto il sapere è a portata di click e bastano pochi minuti per accedere a imponenti raccolte di conoscenze – testuali, iconografiche e multimediali – su uno sconfinato numero di cose, di persone, di fatti. Un obiettivo tanto facile da raggiungere che l’azione conoscitiva perde il suo carattere di avventura e di lavoro metodico e impegnativo; ma perde anche il suo aspetto drammatico, di attività sospinta da aspettative che non sempre trovano subito la risposta, di tentativi, di traguardi che devono essere conquistati e riconquistati.

Le esigenze più acute che pervadono le nostre scuole ruotano attorno al termine conoscenza.

Conoscenza che non può essere solo accumulo di contenuti, ma è continua acquisizione, riscoperta e adeguamento del metodo e dei metodi. Quanto più i contenuti, le informazioni, i dati sono disponibili e accessibili senza particolare sforzo, tanto più diventa necessario sviluppare una capacità di giudizio, di discernimento, di confronto, di approfondimento.

Serve soprattutto far crescere negli studenti l’attitudine alla verifica e alla riflessione. Verifica che le risposte trovate corrispondano effettivamente alle domande, che siano sempre meno approssimative e generiche, che aprano squarci sempre più vasti sulla realtà: sia su quella vicina e incontratile nell’esperienza quotidiana; sia quella affascinante e intrigante dei fossili studiati dai bambini di una terza primaria e raccontati dal maestro Franco Frigeri; sia su quella lontana e irraggiungibile, come possono essere i pianeti extrasolari della cui scoperta parla Andrea Zannoni in queste pagine.

Riflessione su ciò che si sta conoscendo e apprendendo. Un’esigenza oltremodo acuta, in controtendenza con la modalità diffusa, frettolosa e superficiale, di assorbire e accumulare nozioni, informazioni, procedimenti.

La riflessione è quella che permette di far emergere il senso di un’attività di laboratorio per toglierle la dimensione puramente operativa e manipolativa e inserirla pienamente in un cammino di conoscenza. È anche quella che permette di ripercorrere i passi che hanno portato alla soluzione di un problema – ne parla Andrea Gorini nella sezione SCIENZ@SCUOLA – per cogliere la portata di ciò che si è acquisito e diventare consapevoli dei criteri applicati e dei concetti messi in campo.

Domanda, verifica e riflessione costituiscono l’habitus del docente e ne sostengono la quotidiana esperienza di conoscenza facendolo così diventare «insegnante», che non rinuncia a indicare una strada e a mobilitare le persone affinché trovino l’energia richiesta dall’impresa conoscitiva, anche nei suoi momenti più impegnativi. Riuscendo così a ridestare il gusto della conoscenza, fin dai più piccoli.

Come traspare nell’appuntamento periodico de L’angolo di Zio Albert, per il quale Sergio Musazzi è risultato tra i finalisti dell’edizione 2018 per la Sezione Articoli e Video del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica “Giancarlo Dosi”, assegnato a Roma lo scorso dicembre.

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Mario Gargantini
(Direttore della Rivista Emmeciquadro)





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