Dodici anni fa moriva Chiara Corbella Petrillo, 28enne madre romana deceduta a seguito di un cancro alla lingua. La Chiesa ha avviato nel 2018 l’apertura di una causa di beatificazione e canonizzazione in quanto la stessa si è di fatto sacrificata per far nascere il secondo figlio, evitando di sottoporsi a chemioterapia per non danneggiare il feto. Venerdì scorso, come ricorda Vaticannews, nella Basilica di San Giovanni in Laterano si è chiusa la prima fase di questo lungo processo, quella dell’inchiesta sulle virtù di santità.
Per l’occasione Vaticannews ha intervistato Enrico Petrillo, il marito di Chiara Corbella, con cui ha condiviso la fede e il percorso di vita votato agli altri. Enrico Petrillo si dice convinto che nella sua storia, nella sua vita, sia “passato il Signore”, ed ha anche tirato un sospiro di sollievo quando quella scatola dove erano contenute le testimonianze e la documentazione inerenti le virtù della moglie, è stata chiusa per essere poi inviata al Dicastero per le Cause dei santi.
CHIARA CORBELLA, IL MARITO ENRICO PETRILLO: “HO FATTO TUTTO CIO’ CHE POTEVO”
Enrico Petrillo ha rivolto il proprio pensiero alla Chiesa in quegli istanti, convinto della serietà della stessa, “che custodisce le cose preziose in modo saggio e sapiente”. Ha anche pensato che ciò che doveva fare era stato fatto: “alla Chiesa ho detto tutto quello che penso, tutto quello che ho vissuto”, racconta ancora il marito di Chiara.
Adesso toccherà agli addetti ai lavori prendere in mano la “pratica” e arrivare ad una, si spera, degna conclusione. Enrico non ha dubbi nel considerare ancora oggi, a 12 anni dalla sua morte, “Chiara come una figlia di Dio”, una donna che si è lasciata amare e che oggi è in grado di “illuminarci in un percorso che è semplice ma certo non è facile”.
CHIARA CORBELLA, IL MARITO ENRICO PETRILLO: “NON HA FATTO COSE DA SUPEREROE MA…”
Per Enrico Petrillo la moglie sta indicando la strada da percorre, e si dice commosso dal fatto che tutti la sentano così vicina, nonostante “non è stata una donna che ha fatto cose straordinarie, da supereroe”. Ma in realtà una cosa straordinaria l’ha fatta, ed è stata quella di accogliere “il Re della storia ha deciso di scrivere. Lei l’ha accolto e ed è diventata un albero grande nel quale trovare riparo”. Enrico non è “geloso” dalla vicinanza che gli altri sentono nei confronti della moglie, spiegando che tale situazione non gli toglie le cose “che sono mie e saranno mie per sempre”, precisando che “L’amore si moltiplica, non si divide”.
Enrico non nasconde di aver faticato per via delle numerose ingerenze vissute in questi dodici anni, ma ammette di accettarle in quanto “Chiara sia un po’ di tutti. Anzi, come diceva fra Vito: Chiara è per tutti, è per tutti”. In chiusura Enrico Petrillo parla della loro storia come una “storia di santità del matrimonio”, sottolineando di aver vissuto assieme alla moglie tante grazie e che la sua esperienza è stata anche la sua e “di questo ne sono felicissimo”.