Erminio Macario protagonista a "Techetechetè": a 40 anni dalla scomparsa il comico torinese è ancora un punto di riferimento del genere anche se la sua città sembra averlo dimenticato

Sarà Erminio Macario uno dei protagonisti questa sera della consueta puntata di “Techetechetè”, il format Rai dedicato all’amarcord e che ripropone video-spezzoni (tratte dallo sterminato archivio del servizio pubblico) delle esibizioni di coloro che hanno “fatto la televisione” negli ultimi settant’anni. E nell’appuntamento che andrà in onda su Rai 1 a partire dalle 20.30, curato da Alessandra Mannino, il “fil rouge” sarà il Piemonte, terra che ha dato i natali tra gli altri ad Alberto Angela, Umberto Eco e tanti altri personaggi come anticipato sui canali social del programma: tra cui, come accennato, lo stesso Macario (nome “tout court” col quale era conosciuto), il comico torinese che il secolo scorso spopolava in tv, al cinema e a teatro e scomparso nel 1980. Partner di Totò in quel capolavoro della comicità che è “Il monaco di Monza”, Macario è stato uno dei padri oltre che degli antesignani del cinema comico di genere in Italia e influenzando poi tanti suoi emuli con le sue celebri ‘maschere’ di personaggi che sovente amavano esprimersi nell’amata parlata piemontese.

ERMINIO MACARIO: QUEGLI SKETCH IN RAI NEL 1954, L’ANNO DI…


A quarant’anni dalla sua scomparsa (si spense a 78 anni nella sua Torino nel 1980, stroncato da un tumore), di Macario si può dire che accompagnò i primi vagiti della televisione in Italia, accrescendo di pari passo la sua fama tra il grande pubblico che aveva già imparato a conoscerlo a partire dagli Anni Trenta fra avanspettacolo e teatro: infatti nel 1954, anno delle prime programmazioni del servizio pubblico, Erminio Macario fu protagonista all’interno della cosiddetta fascia della tv peri ragazzi: in versione “Macarietto scolaro perfetto” l’attore torinese si presentò al pubblico italiano in divisa alla marinara, e con quel ricciolo poi diventato proverbiale sul suo viso ovale, facendo ammattire l’irreprensibile maestro interpretato da Carlo Rizzo, tra gag surreali e quel pizzico di nonsense che oggi valuteremmo come “avanti coi tempi”. E oggi? Quella che è stata una maschera della ‘torinesità’ con la sua ironia fintamente ingenua (e che in carriera ebbe il merito di lanciare molte soubrette e star, tra cui Sandra Mondaini) è forse stato un po’ dimenticato dal mondo dello spettacolo e della sua stessa città d’origine dato che, come hanno fatto notare in molti, dal 1980 a oggi nessuno si è mai preso la briga di intitolargli almeno una strada o nemmeno di apporre una targa sulla casa in cui nacque…

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