Esplosione sulla petroliera Seajewel a largo della Liguria: procura di Genova apre inchiesta per terrorismo e spunta la pista dei sabotatori ucraini

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere “sbarcata” nel Mar Mediterraneo, perché dietro l’esplosione sulla petroliera Seajewel in Liguria potrebbe esserci un attentato compiuto da “terroristi” di Kiev. Le prime ipotesi investigative hanno perso consistenza nelle ultime ore, a partire dalla pista dell’incidente tecnico durante alcune operazioni di scarico, perché c’era turno di riposo. Inoltre, è stato anche escluso l’impatto con un ordigno residuato bellico. Le indagini della procura di Genova hanno imboccato la strada dell’attentato, una pista messa nero su bianco perché l’ipotesi di reato è appunto naufragio aggravato dal terrorismo.



A convincere gli inquirenti riguardo questa ipotesi è lo squarcio individuato sullo scafo: le lamiere sono piegate all’interno, quindi le esplosioni (pare siano state due) sono avvenute fuori. Bisogna capire quando possa essere stata installata la bomba. La petroliera, che ora è ormeggiata davanti alla costa ligure, aveva fatto scalo in Algeria per poche ore. Un dettaglio che non viene trascurato, così come i precedenti viaggi.



Ad esempio, tra febbraio e maggio dello scorso anno è stata in Russia e Turchia, da qui il sospetto che faccia parte della “flotta ombra” della Russia, cioè sia una delle navi usate per aggirare le sanzioni russe e contrabbandare carichi di petrolio.

L’IPOTESI DEI SABOTATORI UCRAINI

Stando a quanto riportato da Panorama, potrebbero esserci sabotatori ucraini dietro l’esplosione. Fonti di intelligence internazionali in contatto con l’Antiterrorismo italiano e la nostra intelligence avrebbe collegato questo episodio a un evento avvenuto qualche giorno prima a Tripoli, in Libia, dove è stato danneggiato un altro mercantile che era stato in un porto russo. Si parla di una possibile bomba magnetica installata a contatto con lo scafo, lo stesso tipo di ordigno che potrebbe essere stato usato per la petroliera danneggiata in Liguria.



Non si esclude che i risultati degli esami avviati vengano confrontati con quelli raccolti in Libia per verificare un eventuale collegamento tra i due attacchi. Non è facile capire dove possa essere stato realizzato il “minamento”, ma le prime indagini italiane ipotizzano anche che sia avvenuto nelle nostre acque territoriali, ma non si esclude che i sabotaggi avvengano in Turchia, Malta o nel Nord Africa.

ESPLOSIONE SEAJEWEL AVVERTIMENTO ALLA RUSSIA?

Alla luce di tutto ciò, una delle ipotesi è che la petroliera Seajewel sia stata attaccata in una sorta di avvertimento, ma nessuno al momento ha rivendicato l’eventuale attentato. Comunque, non rientrava nell’elenco stilato dall’Unione europea sulle navi sospettate di lavorare per la Russia. Ora formalmente è sotto sequestro.

Per quanto riguarda lo squarcio che si è creato sulla petroliera Seajewel, fortunatamente è troppo piccolo per causarne l’affondamento o la fuoriuscita di greggio, per cui non c’è il rischio che il carico finisca in mare. Ora è ancorata a Savona per essere riparata, ma nessun’altra nave le si può avvicinare.