Una grande serata di pugilato al Pala Errebi di Asti con in palio tra l’altro il titolo dei pesi mesi medi tra Etinosa Oliha e Carlo De Novellis. Il talento e la freschezza di “El Chapo”, il soprannome di Oliha, appena ventunenne contro l’esperienza di De Novellis che di anni ne ha 39. Un incontro molto interessante, molto appassionante si spera per tutti gli amanti della “noble art” che sperano che Oliha possa veramente fare una grande carriera e essere quel grande pugile che il mondo della boxe italiana aspetta. Per presentare questa sfida IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva Oliha, che ci ha raccontato il suo percorso per arrivare fino a qui e ha parlato delle sue sensazioni nell’affrontare questo match, così come i suoi sogni e desideri per il proseguimento della carriera da pugile.
Come vedi quest’incontro con De Novellis? Vediamo poi come andrà, anche se sono fiducioso sull’esito del match.
Come ti sei preparato a questo match? Bene, sono anche stato negli Stati Uniti per un certo periodo a Las Vegas a prepararmi.
La tua freschezza, la tua gioventù contro la sua esperienza cosa conterà di più? Vedremo come andrà l’incontro, si può solo aspettare come si svolgerà quest’incontro.
Come intendi affrontare il match, a quali colpi pensi di affidarti maggiormente? Nel modo giusto, puntando molto sulla rapidità dei miei colpi, sulla mia velocità durante il match.
Cosa temi in particolare del tuo avversario? Niente, non temo proprio niente.
Come hai cominciato a fare boxe? La boxe mi piaceva fin fa piccolo. Poi ho scelto la boxe a quattordici anni in occasione di una manifestazione “Sport in piazza” ad Asti la mia città, dove c’erano anche altre discipline. Non ho avuto dubbi. Ho scelto la boxe…
Da cosa deriva il soprannome di “El Chapo”? El Chapo vuol dire proprio rapido come è il mio stile di pugilato.
Sei stato anche sparring partner di Badou Jack, ex campione del mondo dei supermedi e dei mediomassimi, quanto è contata questa tua esperienza? Molto, sono andato negli Stati Uniti a fare lo sparring partner e poi mi si è offerta la possibilità di stare altri quindici giorni a fare lo sparring partner di Badou Jack. Un’esperienza da cui ho imparato tanto a livello tecnico, umano anche. Mi sono confrontato negli Stati Uniti anche con altri pugili importanti come Caleb Plant e Ahmed El Biali.
Quanto conta il tuo tecnico Greguoldo Uboldi nel tuo percorso di atleta? Tanto, visto che lui m’ha costruito come pugile, m’ha formato. Anche lui ha avuto con me trasferte importanti negli Stati Uniti.
Quali sono i tuoi sogni di pugile? Diventare campione del mondo.
Il tuo pugile preferito è Floyd Mayweather, per quale motivo? Mayweather è bravo in difesa e in attacco, è un pugile completo. E’ un grande pugile, ma io voglio fare ancora meglio di lui…
Cosa pensi del momento della boxe in Italia? Stiamo migliorando, stiamo cercando di tornare ai livelli di un tempo.
Sei italiano di origini nigeriane. Un pugile che rappresenta sempre meglio questa miscela multietnica dei nuovi atleti italiani di questi tempi… E’ così, sono italiano a tutti gli effetti, ma rappresento fino in fondo questa miscela multietnica ormai presente nello sport, nella vita che c’è ormai nel nostro paese…
(Franco Vittadini)