In Spagna si celebra il primo processo contro l'eutanasia: un padre si è opposto alla morte assistita della figlia 24enne paraplegica
Nella giornata di oggi in Spagna si è celebrato il primo passo di un lungo processo che verte attorno alla richiesta di eutanasia presentata da una ragazza 24enne – Neolia – rimasta paraplegica in seguito ad un non meglio precisato incidente alla quale si è fermamente opposto il padre con l’aiuto dell’associazione Abogados Cristianos impugnando il via libera alla morte medicalmente assistita a pochi passi dall’effettiva iniezione letale: un caso di per sé storico perché per la prima volta il tema dell’eutanasia entra nelle aule dei tribunali con esiti che potrebbero (oppure no) modificare radicalmente la legge approvata nel 2021 e fino ad ora applicata in decine di casi diversi.
Partendo dal principio, a presentare la richiesta di eutanasia – ai sensi della legge appena citata – era stata la stessa 24enne che da quel momento si era sottoposta ad una lunga serie di visite ed analisi per appurare la sussistenza di una patologia “grave, cronica e debilitante”, oltre all’assenza di problemi in grado di viziarne l’autonoma capacità di prendere decisioni: l’esito – ovviamente – era stato positivo con l’unanimità dei voti dell’apposita commissione e ad agosto la ragazza avrebbe potuto completare il percorso ponendo fine alle sue sofferenze.
Via al processo contro l’eutanasia in Spagna: la denuncia del padre della 24enne
Poco prima dell’eutanasia – però – il padre della ragazza aveva impugnato la decisione della commissione davanti ad un tribunale presentando come prova un video che mostrava la 24enne camminare autonomamente con le stampelle (negando, dunque, la patologia debilitante), sostenendo che per la sua paraplegia non provi alcun tipo di sofferenza fisica ed arrivando anche a dire che la sua decisione di morire era dettata dall’esistenza di un disturbo ossessivo compulsivo e di un disturbo borderline della personalità entrambi caratterizzati da pensieri suicidari alla base – peraltro – della paraplegia di Noelia.
A fronte di queste prove, il giudice della corte amministrativa in Spagna aveva deciso di bloccare l’eutanasia della 24enne ritenendo – appunto – che non sussistano le condizioni previste dalla legge: chiamata a testimoniare personalmente in aula nella giornata di oggi, la ragazza ha negato (unitamente all’intero entourage che l’ha visitata) i disturbi della personalità riportati dal padre sostenendo di aver subito pressioni da parte dei suoi genitori affinché cambiasse idea e ribadendo la sua volontà di morire; mentre al di là di come andrà il processo iniziato oggi il percorso per lei sarà ancora lungo perché la sentenza potrà essere impugnata tardandone per anni l’iniezione letale.
