Il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli sulla riforma della giustizia e scontro tra magistrati e governo: "Contrasto fisiologico, ma deve avere un limite"

Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio nazionale della magistratura, rilasciato una intervista al quotidiano La Stampa nella quale ha parlato della riforma della giustizia, in particolare commentando lo scontro che ha caratterizzato l’incontro di ieri tra Giorgia Meloni e l’Associazione nazionale magistrati sul discusso punto della separazione delle carriere di cui dice: “Non prende in esame i tempi di risposta di giustizia ai cittadini e l’efficienza del sistema“, concludendo che questo è un tema che deve essere affrontato a parte proprio con la stessa legge perchè “Il servizio deve essere migliorato e ci sono delle questioni di fondo ancora non risolte“.



L’avvocato infatti sostiene che: “All’autorità politica spetta il compito di dettare le regole, che poi vanno applicate nelle aule dei tribunali, ma non si può pensare che la giustizia faccia miracoli perchè può riequilibrare ma non sanare“. Per questo è necessaria l’apertura al dialogo tra la politica e la magistratura, che deve operare nell’interesse della collettività contribuendo con le competenze, per cui ognuno dovrebbe rispettare il proprio ruolo, e aggiunge, “Lo scontro tra istituzioni fa solo male al paese“.



Fabio PInelli (Csm): “Il contrasto tra autorità politiche e giudiziarie è fisiologico ma deve avere il limite del rispetto”

Fabio Pinelli prosegue nell’intervista sottolineando quale potrebbe essere il ruolo del Csm nello scontro tra governo e magistrati sulla riforma della giustizia, ad esempio sulla procedura di sorteggio, nata per contrastare il fenomeno del correntismo, dice: “Sarebbe importante che la magistratura offrisse una proposta di superamento dei rischi di degenerazione” aggiungendo: “I cittadini non devono più percepire le correnti come luoghi di potere con finalità di carattere spartitorio“. Il contrasto tra autorità politiche e giudiziarie, che secondo il vicepresidente, è fisiologico nelle democrazie, deve però avere un limite, rappresentato dal rispetto delle prerogative di ciascuno. Per questo dice: “Il governo può compiere il riconoscimento morale e sociale del ruolo che ricopre la magistratura“.



Sul miglioramento del sistema giustizia, che nei prossimi anni dovrà tenere conto anche dei cambiamenti sociali e demografici del paese, così come dell’evoluzione tecnologica, Pinelli insiste sul tema della velocità delle risposte, che va garantita per superare le attuali difficoltà, e conclude: “Del resto, dare giustizia in tempi rapidi a cittadini e imprese è uno degli obiettivi del Pnrr“.