LA CAMERA APPROVA IL PRIMO PASSO DELLA RIFORMA GIUSTIZIA: OK ALLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI, IL TESTO PASSA AL SENATO
La Camera ha approvato con 174 voti favorevoli e 92 contrari l’ok alla riforma della giustizia del Ministro Nordio, in materia di separazione delle carriere dei magistrati: con l’astensione di Italia Viva e con il voto assieme alla maggioranza di PiùEuropa e Azione (dove protagonista è stato il deputato Enrico Costa che ha ottenuto l’odg sui concorsi ben distinti tra magistrati e pm), il Governo incassa un importante risultato, a suo modo storico dopo le lunghe battaglie fin dai tempi di Berlusconi per rendere le carriere dei giudici diversificate a seconda del loro ruolo. Ancor più importante dopo le difficoltà degli scorsi mesi sul testo di base, specie dopo la bocciatura del CSM lo scorso 9 gennaio 2025.
Il disegno di legge – che ora passerà al Senato per l’approvazione finale – arriva a modificare 7 articoli della Costituzione, in materia di «ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare»: davanti alla piena protesta dell’ANM e di parte della magistratura, il Governo riesce ad ottenere l’ok del Parlamento e costituisce due organi di autogoverno della magistratura. Da un lato il Consiglio Superiore della Magistratura giudicante, e dall’altro il Consiglio Superiore della Magistratura requirente (decidendo per la nomina e selezione dei rispettivi membri tramite un particolare sorteggio): il doppio CSM è il primo risultato di una distinta separazione tra giudici e pm, con in più la previsione di un’Alta Corte Disciplinare che possa, come nuovo organismo giuridico, vigilare sull’operato pieno dei magistrati. Tale organismo vede la presenza di 9 membri ufficiali tra i giudici e 6 tra laici come accademici e avvocati. Essendo una modifica costituzionale, la riforma della giustizia sulla separazione delle carriere può passare definitivamente solo con il voto dei due terzi (almeno) dei due rami del Parlamento: alla Camera il testo è passato indenne, ma partita molto complicata è quella del Senato dove è più arduo riuscire a mantenere la maggioranza necessaria per evitare di dover passare al referendum costituzionale.
Il Csm “giudicante” e quello “requirente” hanno come Presidente sempre il Capo dello Stato mentre nel primo caso ne fa parte di diritto il Presidente della Corte di Cassazione, nel secondo è il procuratore generale della Suprema Corte. Per quanto riguarda gli altri componenti delle due diverse formule di autogoverno della magistratura, si procede con un sorteggio per un terzo tra professori ordinari, mentre i rimanenti due terzi vedono la presenza, rispettivamente, di magistrati e pm: nota bene non da poco, i giudici sorteggiati durano con mandato di 4 anni ma non possono poi partecipare alla procedura successiva di sorteggio. Per quanto riguarda invece il presidente dell’Alta Corte – chiamata a dirimere le problematiche interne dei due Consigli Superiore di Magistratura – il disegno di legge costituzionale oggi approvato dalla Camera deve essere individuato tra i componenti nominati Quirinale e quelli invece sorteggiati dall’elenco compilato dallo stesso Parlamento.
LA SODDISFAZIONE DEL MINISTRO NORDIO: “LA RIFORMA SULLE CARRIERE REALIZZA IL SOGNO DI BERLUSCONI. SULLE CORRENTI…”
«Si è realizzato così il sogno di Silvio Berlusconi, ma pure il mio»: così il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, soddisfatto, dopo l’approvazione della Camera al suo progetto di riforma sulla separazione delle carriere. È una giornata storica per il Guardasigilli, che affonda le radici nelle speranze liberali di diversi decenni fa, anche ben prima del Cavaliere di Forza Italia: «via libera spero entro l’estate», auspica Nordio rispetto al testo ora in avvio verso il Senato (servirà poi una seconda lettura come da norma costituzionale), anche se ammette sarà assai difficile che l’esito finale non passi da un referendum, «sia perché non vi saranno penso i due terzi, sia perché per una materia così delicata è bene che si pronunci il popolo».
Il Ministro della Giustizia replica alle opposizioni che da mesi gridano al “golpe” del Governo su materia delicata come l’ordinamento giuridico e costituzionale: non solo, per Nordio è del tutto fuori luogo pensare – come accusa il Pd – che la separazione delle carriere sia una riforma punitiva per l’intera magistratura. Parlare di “vulnus” della democrazia, per il Guardasigilli è del tutto inappropriato, dato che dallo UK agli USA, dove è nata la democrazia più moderna, le carriere dei giudici sono nettamente separate. L’Associazione Nazionale dei Magistrati passa al contrattacco e preparare le contromisure (tra scioperi e manifestazioni) per opporsi alla riforma della giustizia oggi proseguita dal lavoro del Parlamento sul testo adottato dal Ministro Nordio. Nel suo breve commento in aula a Montecitorio, è lo stesso titolare della Giustizia a rivendicare la modifica sulle carriere come una vera «madre di tutte le riforme» giuridiche, con conseguenze positiva in primis per la magistratura dato che, conclude Nordio, «Spezzeremo il legame patologico dei magistrati dalla sedimentazione correntizia».