Famiglie italiane: la ricchezza finanziaria è cresciuta del 57% dal 2010, ma la capacità di risparmio resta invariata e il divario si allarga

La ricchezza delle famiglie italiane continua ad aumentare e nel 2024 ha raggiunto un valore totale di 11.700 miliardi di euro, tenendo in considerazione sia i beni reali che quelli finanziari al netto dei debiti, ma a fronte di questa crescita costante – +57% rispetto al 2010 – la capacità di risparmiare non è migliorata, anzi, è rimasta praticamente ferma, con un rapporto stabile tra ricchezza netta e reddito disponibile, attestato a 8,3 volte.



È questo uno dei passaggi più importanti della Relazione annuale diffusa dalla Banca d’Italia, che mostra uno scenario chiaro ma decisamente articolato: le famiglie hanno saputo investire meglio, spostando le risorse nei momenti giusti, ma il miglioramento ha premiato soprattutto chi era già in una posizione di vantaggio, chi aveva più margini per diversificare, mentre per la maggior parte degli italiani, il comportamento finanziario è rimasto prudente e spesso limitato a semplici depositi bancari, anche per motivi di sicurezza.



Nel periodo 2010-2021, complice un contesto di tassi d’interesse molto bassi, è stato registrato uno spostamento maggiore verso il risparmio gestito – la quota è salita dal 22 al 33% delle attività finanziarie – mentre le obbligazioni, pubbliche e private, sono scese dal 19 al 4%, ma a partire dal 2022 il trend si è invertito, spinto dal ritorno di rendimenti più alti: tra il 2022 e il 2024 le famiglie hanno acquistato titoli per 262 miliardi di euro, di cui 196 in titoli di Stato italiani.

Solo nell’ultimo anno la quota di bond ha toccato l’8,2% del totale, di cui 5,1% in titoli pubblici e 1,8% esteri, ma anche qui a investire sono stati soprattutto coloro che dispongono già delle risorse, visto che oltre il 75% delle obbligazioni si concentra nei portafogli del 10% più ricco della popolazione, mentre la maggior parte degli altri nuclei continua a mantenere le proprie finanze nei conti correnti, per scelta o per necessità.



Famiglie, ricchezza immobiliare e risparmio gestito: cresce il valore delle case, ma i conti restano fermi

Oltre alla ricchezza delle famiglie, nel 2024 è tornato a salire anche il valore degli immobili, con un aumento dell’1,4% su base annua – dopo il +1,6% del 2023 – e un’accelerata dei prezzi delle abitazioni che ha toccato il 3,2%, superando di fatto l’inflazione al consumo e riportando l’attenzione sul “mattone” (ancora oggi il principale bene detenuto dagli italiani) e a trainare l’aumento sono state soprattutto le case di nuova costruzione, ma nel secondo semestre dell’anno si è vista una crescita anche per gli immobili già esistenti, una prova di un mercato che, pur non esplodendo, si mantiene solido e dinamico.

Anche nei primi mesi del 2025, secondo i sondaggi condotti da Bankitalia, la tendenza al rialzo dei prezzi e degli affitti si è confermata, testimonianza di una dinamica che va a rafforzare il patrimonio delle famiglie proprietarie, ma che allo stesso tempo rende più difficile l’ingresso nel mercato per le nuove generazioni o per chi ha redditi bassi; nel frattempo, il risparmio gestito ha raggiunto il 30% del totale delle attività finanziarie, confermandosi come una delle scelte più diffuse tra chi può permettersi consulenza e strumenti più complessi, mentre la quota dei depositi bancari è scesa al 23% (il livello più basso dal 2006) e anche qui, il divario è ben visibile.

Nel 2022, secondo l’indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia, i fondi comuni e le gestioni patrimoniali rappresentavano il 36,3% delle attività per le famiglie più ricche, con un aumento di 17 punti percentuali rispetto al 2010, mentre i tre quarti meno agiati continuavano a tenere la maggior parte dei propri risparmi nei conti, spesso per precauzione o mancanza di alternative e così, mentre i numeri parlano di crescita, i comportamenti raccontano una realtà molto più bloccata e poco inclusiva, dove chi ha può fare, e chi non ha resta fermo.