Cos’è la oleoiletanolamide? E’ una molecola-farmaco identificata da uno studio condotto dal Gruppo di Lavoro Obesità, Sindrome Metabolica e Disordini Alimentari della Società Italiana di Farmacologia: ne fanno parte Silvana Gaetani e Carlo Cifani. Come spiegato su La Stampa, questa nuova molecola potrebbe andare a prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione controllata: sarebbe il primo farmaco approvato per questo tipo di problema (che ha un nome, Bed, che sta per Binge eating disorder) che solo in Italia affligge il 3,5% delle donne e il 2% dell’uomo. Eppure, come detto, le cure non esistono se non a livello di psicoterapia e farmacoterapia; gli psicofarmaci però non sono abbastanza efficaci per combattere il Bed, che si manifesta nel costante desiderio di abbuffarsi fuori controllo, ma senza nemmeno l’atto compensatorio che per la bulimia si traduce nel vomito o l’autosomministrazione di lassativi (lo ha spiegato il professor Cifani).
ARRIVA IL FARMACO ANTI-ABBUFFATA?
Di conseguenza, chi è affetto dal Bed sviluppa un’obesità grave che porta con sé conseguenze quali depressione, ansia, bassa autostima, altri problemi che possono influenzare la qualità della vita. Di fatto, alcuni alimenti ricchi di zuccheri stimolano il rilascio di dopamina nel cervello: il neurotrasmettitore associato a motivazione e senso di gratificazione, ha spiegato la dottoressa Gaetani, è lo stesso che viene rilasciato quando facciamo sesso o shopping o qualunque cosa ci dia una scarica di piacere. Peccato che possa divenire un atteggiamento compulsivo e causare dipendenza: l’esempio più classico è quello delle droghe – in particolar modo ecstasy e cocaina – ma anche le abbuffate alimentari possono creare questo tipo di disturbo, come abbiamo visto. Dunque la oleoiletanolamide, un lipide che è prodotto dall’intestino in seguito a un pasto, va a influire sul cervello segnalandogli una condizione di sazietà così da consentire al metabolismo di bruciare i grassi.
Negli Stati Uniti, dove i dati relativi alle abbuffate compulsive sono simili all’Italia, un farmaco c’è e si chiama lisdexamfetamina: purtroppo può creare effetti collaterali lievi o non gravissimi – mal di testa, insonnia – ma anche seri, dalla perdita eccessiva di peso a costanti problemi cardiaci. Dopo tutto si tratta di un derivato dell’amfetamina, mai consigliabile a chi ha problemi all’apparato cardiocircolatorio come succede in molti casi di Bed. La pandemia da Coronavirus potrebbe aver aggravato il problema perché, non potendo mettere il naso fuori di casa, il sistema della gratificazione viene in qualche modo “accontentato” tramite l’assunzione di cibo e alcol (ma anche droghe e ansiolitici, come avevamo già visto in altri ambiti). Non dovendo più far fronte agli stimoli dati dalla complessità della vita, il malato di Bed in isolamento ricade facilmente nel vizio; ora questa scoperta che arriva dall’Italia potrebbe essere rivoluzionaria in tal senso.