Manca meno di una settimana alla 15a edizione della Festa del cinema di Roma eppure l’attesa di quest’anno sa più di suspense hitchcockiana: quella che pare la seconda ondata del Covid-19 e che ha portato i contagi ad alzarsi molto negli ultimi giorni sa di minaccia, come Gli uccelli dell’omonimo film. Dopo la riuscita della Mostra del cinema di Venezia, di Toronto e San Sebastian e di altri festival estivi, la manifestazione diretta da Antonio Monda e presieduta da Laura Delli Colli pensava di poter arrivare – dal 15 al 25 ottobre – più tranquilla, con procedure rodate ed esperienze acquisite e invece la tensione resta ancora.
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Quali protocolli attuare, in che modo intervenire e come gestire un luogo come l’Auditorium Parco della Musica sono questioni ancora in discussione, come le modalità di prenotazione per le proiezioni, segno di difficoltà emerse in corso d’opera e malgrado gli sforzi e testimoniate dalla presentazione del programma solo 10 giorni prima dell’avvio. Detto questo, e confidando nella risoluzione di ogni difficoltà, il programma è di buon livello, forse il migliore di quelli presentati dalla gestione Monda, quello che più di tutti ha saputo cogliere la dimensione popolare e cinefila che si voleva dare.
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Una mano va detto la dà la collaborazione con il festival di Cannes, del quale la Festa accoglie alcuni film “marchiati” dal festival francese che quest’anno non si è potuto tenere: uno di questi, per esempio, è quello che apre l’intera kermesse, Soul, il nuovo film Pixar che – notizia fresca – non uscirà nelle sale a fine anno, come previsto, ma sulla piattaforma Disney+ il giorno di Natale. Più che mai, i festival diventano avamposto per difendere l’idea del film e del cinema come arte popolare, collettiva.
Dalla selezione di Cannes 2020 arriva anche Small Axe – Red, White and Blue, il film tv di Steve McQueen che fa parte di una serie di opere sulla storia moderna del razzismo e delle battaglie per i diritti civili, uno dei temi portante della Festa tanto da apparire fin dal manifesto dove Paul Newman e Sidney Poitier suonano e ridono assieme. Sempre dalla Croisette ci sono Estate ’85, il nuovo film di François Ozon, Ammonite con Kate Winslet, Un altro giro di Thomas Winterberg e Peninsula di Yeon Sang-ho, atteso seguito del cult-zombie Train to Busan.
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Anche se l’evento più atteso è quello più legato all’identità romana della Festa: Mi chiamo Francesco Totti, documentario di Alex Infascelli in cui il campione giallorosso racconta la sua vita durante la notte precedente alla sua ultima partita. Dal fronte italiano, visti i pochi nomi disponibili (e quelli più attesi preferiscono aspettare che lanciarsi in un festival con così tante incognite), Monda e i suoi selezionatori hanno puntato su un paio di titoli emergenti: Fortuna, fiaba nera di Nicolangelo Gelormini con Valeria Golino, e The Shift, dramma terroristico dall’aspetto thriller, ai quali si accoda il film di chiusura, Cosa sarà di Francesco Bruni.
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E poi, ancora: Palm Springs, commedia fantasy già divenuta un piccolo caso negli Stati Uniti, True Mothers di Naomi Kawase, l’emozionante documentario di Garrett Bradley Time, The Courier spy-story con Benedict Cumberbatch, le prime due puntate di Romulus e Fuori era primavera, il documentario di Gabriele Salvatores sul lockdown.
E a suggellare un programma composito, fatto di molte sezioni (per i cinefili da non perdere la retrospettiva di Satyajit Ray e le sezioni dedicate ai restauri e ai film del passato), c’è Alice nella città, sezione autonoma dedicata ai ragazzi che però coglie alcuni dei film più interessanti dell’intera manifestazione: tra le varie scelte – per esempio, una piccola rassegna di film della scorsa Mostra di Venezia – da non perdere Punta Sacra, affascinante documentario di Francesca Mazzoleni, e Slalom, palpitante racconto di formazione diretto da Charlène Favier.
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Il Sussidiario seguirà la manifestazione con aggiornamenti quotidiani, sperando che il cinema sappia trovare il modo di resistere agli assalti della realtà, magari aiutandoci a comprenderla un po’ meglio. O almeno a rifugiarci in un luogo migliore e più sicuro.