Filippo Tortu e lo spionaggio del fratello a Marcell Jacobs: la vicenda risale al 2020 con un tentativo di accedere ai dati personali del velocista per...
FILIPPO TORTU E LO SPIONAGGIO DEL FRATELLO A MARCELL JACOBS: INDAGATO PER…
Filippo Tortu e lo spionaggio del fratello a Marcell Jacobs: cosa sappiamo di questa intricata vicenda e delle sue possibili conseguenze nel mondo dell’atletica italiana? Il tema torna d’attualità, e potrebbe essere trattao questa sera su Rai 2, a partire dalle ore 21.20, nella prima puntata della nuova stagione di “Belve”, il fortunatissimo programma condotto da Francesca Fagnani che, ne sempre ricco cast di ospiti, avrà non solo l’attrice Nathalie Guetta ma anche Sabrina Impacciatore e l’attuale campione olimpico dei 100 metri. Ma cos’è successo tra i due velocisti italiani, entrambi medagliati a Tokyo 2020, e protagonisti di una rivalità sportiva che non risale certo a oggi? In attesa di capire se Francesca Fagnani incalzerà il suo ospite sull’argomento, scopriamo qualcosa di più su Filippo Tortu e lo spionaggio del fratello a Marcell Jacobs.
Per parlare di questa storia, che risale tuttavia ad alcuni fa ma di recente ha portato all’apertura di un’indagine a carico di uno dei protagonisti, dobbiamo fare un piccolo passo indietro: a proposito di Filippo Tortu e lo spionaggio del fratello a Marcell Jacobs, sappiamo che tutto nascerebbe dalla richiesta di informazioni da parte di Giacomo Tortu sulle analisi del sangue del 30enne ex lunghista di El Paso (Texas), fatto che l’ha portato a essere indagato per concorso in intercettazioni abusive. Non solo: per avere accesso a tali informazioni, si sarebbe rivolto a Carmine Gallo, ex poliziotto coinvolto nella vicenda nota come ‘Equalize’ e morto di recente. Indispettito da quello che potrebbe configurarsi come un nuovo scandalo nel mondo dell’atletica, Jacobs ha chiesto che venga fatta chiarezza, pur dicendosi certo della buona fede di Tortu.
JACOBS, “CREDO ALLA BUONA FEDE DI TORTU: MA IO SONO PARTE LESA E…”
Infatti, parlando di Filippo Tortu e lo spionaggio del fratello a Marcell Jacobs, si apprende come il 26enne velocista milanese si sia subito detto “estraneo alla vicenda”, laddove invece il collega, da parte lesa, ha tenuto subito a dire che crede all’estraneità di Filippo a questo fattaccio, pur essendo amareggiato: “Personalmente credo a Filippo Tortu (…) Detto questo, che qualcuno abbia potuto spiare i miei cellulari mi rattrista e mi preoccupa. E dal presidente Fidal, Stefano Mei, mi sarei almeno aspettato solidarietà” aveva spiegato Marcell a indagini ancora in corso. Ricostruendo i fatti, la richiesta di Giacomo Tortu risalirebbe a quattro anni fa, dunque prima delle fortunate Olimpiadi di Tokyo e anche se l’ombra del doping rimane lontanissima da questi due ‘califfi’ dello sport italiano in pista, la preoccupazione è per il danno di immagine e le ricadute a livello personale dei soggetti coinvolti nella storia.
A proposito di Filippo Tortu e lo spionaggio del fratello a Marcell Jacobs va aggiunto che, a quanto emerge, l’iniziativa sarebbe stata di Giacomo Tortu che, sorpreso dalle prestazioni del velocista italo-americano, avrebbe chiesto l’accesso a dei dati personali del diretto interessato, in particolar modo le analisi del sangue (un’operazione dal costo di 10mila euro), oltre che alle comunicazioni private (chat e messaggi) del collega col suo staff personale, anche se alla fine non ha portato a dimostrare niente né a fare emergere degli illeciti. In questa vicenda va aggiunto un tassello, ovvero che il fratello di Tortu ha un ruolo dirigenziale nel mondo dell’atletica e dell’organizzazione di meeting, motivo per il quale la sua posizione è molto delicata; inoltre, dopo l’uscita pubblica di Jacobs, dettosi amareggiato, il presidente della Fidal, Stefano Mei, aveva precisato che la federazione è vicina assolutamente a Marcell, auspicando però che non vi sia stato alcun tentativo di spionaggio, “illegittimo e ingeneroso nei confronti di un campione”.
