Gabry Ponte e gli esordi con gli Eiffel 65: “Tutto arrivava molto per gradi…”
Il mondo della musica deve molto ad alcuni artisti che, oltre ad essersi messi in evidenza con il proprio talento, sono stati capaci di rivoluzionare un determinato genere o settore musicale. Un esempio è senza dubbio Gabry Ponte che festeggia oggi il suo 50esimo compleanno e ben 25 di carriera densa di successi. Per l’occasione, si è concesso un’ampia intervista per La Stampa – come riporta Il Fatto Quotidiano – raccontando diversi aneddoti e curiosità.
“Il momento spartiacque è l’uscita di ‘Blue’ con gli Eiffel 65. E’ lì che mi sono detto: ‘Ok, farò questo per il resto della mia vita’… Internet era agli albori, quindi tutto arrivava molto per gradi. Oggi quando un disco esce è subito lì per tutti, grazie alle piattaforme di streaming”. Gabry Ponte – nell’intervista per il quotidiano – ha dunque ripercorso la sua carriera dagli albori, segnalando il successo con gli Eiffel 65 come momento focale della sua carriera.
Gabry Ponte e la similitudine per spiegare la separazione dagli Eiffel 65: “Come la fidanzata del liceo…”
Sempre nell’intervista per La Stampa – come riporta Il Fatto Quotidiano – Gabry Ponte ha spiegato come a quei tempi fosse più difficile emergere. Necessario, senza il supporto del mezzo digitale, era l’occasione giusta al momento giusto oltre che ad un progetto musicale di valore. “Allora partì piano piano dall’Italia, chi ci conosceva? Il successo arrivò nel ‘99 grazie al Deejay Time di Albertino che fece da amplificatore, poi arrivarono la Germania, la Francia e l’America…”.
Nonostante lo slancio di successo di Gabry Ponte sia arrivato grazie al sodalizio con gli Eiffel 65, le strade si separarono poco dopo quel grande exploit, ma il rapporto di oggi non sembra averne risentito. “Devo tantissimo al progetto Eiffel 65. Noi eravamo amici, anzi, siamo amici; anche se non lavoriamo più insieme. I rapporti sono buoni, ci sono state divergenze artistiche… E’ come quando ti metti con una fidanzata del liceo, non puoi pensare che dopo dieci anni ci sia ancora quella affinità. Si cresce, si cambia”.