Il gambiano Sillah Ousman è stato espulso dall’Italia poiché ritenuto a rischio di terrorismo. Il ventottenne, come riportato da Libero Quotidiano, era sbarcato clandestinamente a Lampedusa nel 2016 e ora sarà costretto a tornare nel suo Paese d’origine. Alcune indagini, infatti, lo hanno ricollegato al connazionale Alagie Touray, arrestato nel 2018 al termine di un’operazione congiunta Digos-Ros con le medesime accuse.
È emerso dall’inchiesta che il migrante aveva frequentato in Libia un campo di addestramento dell’Isis. È per questo che era stato condannato a cinque anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Napoli per partecipazione all’organizzazione terroristica. Dopo essere uscito dal carcere, era stato trasportato in un Cpr di Bari in attesa del perfezionamento delle procedure di rimpatrio, che adesso sono state completate. L’istanza di protezione internazionale da lui presentata in questi mesi è stata infatti rifiutata. È l’ennesima dimostrazione di quanto l’allerta terrorismo sia alta in Italia, dove quest’anno ci sono già stati 54 allontanamenti.
Gambiano espulso dall’Italia per terrorismo: l’allerta resta alta
Anche l’Ue è concorde con i Paesi che stanno attuando misure utili a contrastare il fenomeno del terrorismo. La presidente della commissione, Ursula von der Leyen, ha promosso nei giorni scorsi la strategia del “tolleranza zero”, sottolineando che “l’incitamento all’odio porta ad atti terribili”. E ancora ha precisato: “Una dimensione specifica riguarda le persone che sono considerate una minaccia per la sicurezza e hanno ricevuto ordine di rimpatrio. Attualmente può essere chiesto loro di andarsene volontariamente. Dobbiamo cambiare urgentemente questa situazione”.
In tal senso è arrivata una proposta specifica. “Se una persona è considerata una minaccia per la sicurezza nazionale, gli Stati membri devono avere il potere di costringere la persona ad andarsene”. Ma non solo. “Dobbiamo lavorare sui rimpatri come Team Europe. Insieme agli Stati membri e alla Commissione abbiamo maggiore influenza. Intensificheremo i nostri sforzi nei confronti dei Paesi di origine e di transito”.