A Zona Bianca si è tornati a parlare del delitto di Garlasco: il legale di Andrea Sempio ipotizza un nuovo movente dietro alla morte di Chiara Poggi
La trasmissione Zona Bianca ieri sera è tornata ad occuparsi del caso di Garlasco dopo la riapertura dell’indagine da parte della Procura di Pavia, che sta puntando i riflettori su Andrea Sempio per cercare un’eventuale e processualmente credibile pista alternativa all’omicidio di Chiara Poggi, per il quale ad oggi è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, prossimo al fine pena dopo una condanna a 16 anni di reclusione: per parlare di Garlasco, nella trasmissione di Rete 4 sono stati ospitati gli ormai noti legali delle due figure centrali di questa vicenda, da un lato il dottor De Rensis, che assiste Alberto Stasi, e dall’altro il dottor Lovati per conto del nuovo indagato Andrea Sempio.
Prima di arrivare ai legali, la parola va al genetista forense Linarello, che ha parlato di tutte le effettive nuove prove su Garlasco che la procura starebbe prendendo in esame: innanzitutto, l’impronta 33, la cui colorazione “più intensa in un punto ci fa pensare che, prima dell’uso della ninidrina, c’era già la presenza di un alone o una traccia di sangue tale da spingere i RIS a fare degli accertamenti proprio in quel punto, chiedendo anche i test del sangue”.
Ma anche il tema dell’impronta 10, lasciata dal killer sulla maniglia della porta e che non apparterrebbe né a Sempio né a Stasi e che “in qualche modo ci aspettiamo dei risultati, capendo se sia sangue e magari se ci sono tracce dell’epidermide di chi l’ha lasciata”.
Le nuove piste su Garlasco: la pedofilia, il santuario della Bozzola e il presunto sicario
Importante – almeno dal punto di vista mediatico – anche il tema della presunta pedofilia a Garlasco, tornata in ballo dopo il recupero di una chiavetta appartenuta a Chiara Poggi, nella quale avrebbe salvato quattro differenti articoli: il primo è relativo proprio alla pedofilia a Garlasco, il secondo all’anoressia – della quale soffriva la cugina Stefania Cappa –, il terzo agli abusati e l’ultimo agli effetti della crescita sui bambini nell’avere genitori cocainomani; e da qui si è arrivati al santuario della Bozzola, nel quale ci fu un mezzo scandalo (poi archiviato) relativo alla pedofilia e una comunità di recupero per tossicodipendenti.
Entrando nel vivo delle dichiarazioni dei legali del caso di Garlasco, il primo tema trattato è proprio quello del santuario della Bozzola, con il dottor De Rensis che ha subito ricordato che “il testimone che collega Sempio al santuario potrebbe essere rilevante se verificato, perché lui stesso in tantissime interviste ha più volte negato di essere entrato nel santuario”; mentre, sul tema, il dottor Lovati ha chiarito che “non ne so niente e per me che Sempio ci sia stato o meno al santuario non significa niente”.
Sull’argomento della pedofilia, il dottor Lovati ha spiegato che dal suo punto di vista “le Bozzole sono un iceberg locale che viene esemplificato da un’organizzazione criminale internazionale“: argomento – quest’ultimo – che avvalorerebbe la tesi del legale secondo cui a Garlasco, in casa Poggi, avrebbe agito un sicario “mandato da un’organizzazione criminale e in grado di creare dei depistaggi e delle vie di fuga, in questo caso dando l’idea che si tratti di un delitto passionale”.
Garlasco, Lovati ipotizza un nuovo movente: “Una mail di Chiara Poggi fa riferimento ad un altro spasimante”
Similmente, su Garlasco resta ancora aperto il tema del supertestimone che – interpellato anche da Zona Bianca – ha raccontato nuovamente che “sono andato all’ospedale di Vigevano e lì ho trovato una singolare che mi ha raccontato che sua mamma, che viveva vicino alla nonna delle Cappa, vide una delle gemelle con una borsa pesante in mano, molto agitata e tesa e, dopo aver chiesto le chiavi alla signora, le aprì la porta e, dopo che la ragazza entrò, sentì un tonfo dal canale e poi vide la ragazza uscire di casa“.
Testimonianza intrecciata anche a quel singolare ritrovamento fatto recentemente dagli inquirenti in quello stesso canale e a quella dell’altro testimone – l’impiegato edile Muschitta – oggi ritenuto inattendibile perché ritrattò il suo racconto.
Sul tema, il dottor De Rensis si è limitato a ricordare: “Muschitta è stato dichiarato inattendibile”, pur avendo reso una “testimonianza molto dettagliata”, con la posizione del nuovo supertestimone che preferisce non commentare fino a quando “non ci saranno degli sviluppi” da parte della Procura; mentre, similmente, il dottor Lovati ha definito anche in questo caso l’intera pista come una questione “irrilevante”, invitando piuttosto a seguire la strada della “mail di Chiara Poggi in cui sembra intuirsi che c’erano due ragazzi interessati a lei“, dato che potrebbe dar corpo a “un movente di gelosia”.
