Nicola Tonda, ex fidanzato di Giada Calanchini, è indagato per istigazione al suicidio. Un atto dovuto per la procura di Oristano, che così potrà compiere una serie di accertamenti tecnici, a partire dai rilievi nell’immobile del ragazzo ora sotto sequestro, sui telefonini dei due giovani e pure in vista dell’autopsia sul corpo della 22enne romana, caduta dal terzo piano dell’abitazione del ragazzo, dove avevano fatto ritorno al termine di una serata in compagnia di amici, e morta dopo 12 ore di agonia all’ospedale San Francesco di Nuoro.
L’esame autoptico, che verrà eseguito mattina all’ospedale San Martino di Oristano dall’anatomopatologo Roberto Demontis, potrà accertare se le ferite riportate da Giada Calanchini siano compatibili con il suicidio, ipotesi che sta prendendo sempre più corpo dopo le prime indagini degli investigatori. Forse già nel fine settimana si terranno i funerali della ragazza, che viveva a Bosa da tre anni e si era lasciata con il fidanzato Nicola Tonda dal 2022. (agg. di Silvana Palazzo)
Giada Calanchini, 22enne morta dopo caduta dal terzo piano
Giada Calanchini, 22 anni, è morta poche ore fa dopo essere precipitata dal balcone dell’abitazione dell’ex fidanzato a Bosa, in Sardegna. L’ipotesi del suicidio avrebbe preso corpo poco dopo la tragedia, una ricostruzione che sarebbe verosimile anche per il padre della giovane. Ai microfoni del Messaggero, il genitore ha dichiarato di non dare la colpa a nessuno per il dramma, e sostiene che sua figlia possa aver compiuto un “gesto plateale” per impressionare l’ex con cui, stando a quanto emerso, avrebbe voluto ricucire il rapporto.
Il ragazzo avrebbe tentato di salvarla, ma per Giada Calanchini non c’è stato nulla da fare. La sua morte si è abbattuta sulla nota città turistica nelle stesse ore in cui si svolgeva una delle feste più seguite dai giovani della zona, il Bosa Beer Fest, alla quale la stessa vittima avrebbe preso parte la sera della tragedia. Giada Calanchini sarebbe caduta nel vuoto intorno all’1:30 della notte tra domenica e lunedì, forse determinata a togliersi la vita. Le indagini dei carabinieri di Macomer procedono a ritmo serrato per ricostruire le ultime ore e la dinamica dell’accaduto, ma quella del gesto estremo apparirebbe la pista più accreditata. Giada Calanchini si è spenta dopo alcune ore di ricovero presso l’ospedale San Francesco di Nuoro in cui era arrivata in condizioni gravissime. L’autopsia, affidata al medico legale Roberto Demontis dalla Procura di Oristano, potrà restituire elementi utili a risolvere parte degli interrogativi sul caso.
Le parole del padre di Giada Calanchini
Il padre di Giada Calanchini non ha dubbi sull’ex fidanzato della figlia, come ha raccontato lui stesso al quotidiano Il Messaggero dopo la tragica morte della 22enne: “So per certo – ha dichiarato l’uomo – che sta soffrendo quanto e come me che sono il padre. È stato un gesto plateale da parte di mia figlia che, forse, non voleva spingersi davvero a tanto, penso che la situazione le sia sfuggita di mano“.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Macomer, riportata dall’Ansa, Giada Calanchini avrebbe trascorso la serata insieme all’ex ragazzo, un 25enne del posto, e altri amici al Bosa Beer Festival prima di tornare a casa del giovane, in via Del Ginnasio, nel centro storico della città. La 22enne era di origine romana ma si sarebbe trasferita circa due anni fa nella città sul fiume Temo, una decisione presa proprio per amore del ragazzo con cui, stando a quanto emerso, forse sperava di riprendere la relazione interrotta. Non è ancora chiaro se la morte di Giada Calanchini sia avvenuta al culmine di un litigio, ma gli inquirenti ritengono verosimile che la ragazza sia salita sul terrazzo e si sia gettata nel vuoto sotto gli occhi dell’ex fidanzato. Il 25enne avrebbe tentato in tutti i modi di salvarle la vita, cercando di tirarla all’indietro, purtroppo senza riuscirvi. Il papà della vittima è sicuro: “Non è colpa di nessuno (…). Forse non è stata in grado di accettare che non andava e forse si è spinta a tanto per fare impressione su di lui. Quella storia era molto importante per lei. (…) Adesso c’è spazio solo per il dolore, un dolore grande, immenso. Non ho la forza per parlarne oltre“.