Gianluca Grignani con “Destinazione paradiso”/ “Scritta perchè mi volevo ammazzare”

- Emanuele Ambrosio

Gianluca Grignani con "Destinazione paradiso" ha segnato gli anni '90. Un brano intenso e rivoluzionario che riporta sul palco di Arena 60 70 80 90.

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Gianluca Grignani e il grande successo con Destinazione paradiso

Gianluca Grignani con “Destinazione paradiso” ha segnato gli anni ’90. Inutile nasconderlo, il cantautore è stato una delle più forti sorprese musicali di quegli anni. Un brano intenso e rivoluzionario che quest’anno ha festeggiato 27 anni e che per l’occasione riporta anche sul palcoscenico di Arena 60 70 80 90, l’evento musicale condotto da Amadeus su Rai1. Era il 1995 quando un ragazzo bello e ribelle si presenta sul palcoscenico del Teatro Ariston di Sanremo con un maglione extralarge. Una scena che i teenagers degli anni ’90 ricorderanno sicuramente. Poi inizia a cantare e il resto è storia. “Destinazione paradiso” ha vinto il tempo e ancora oggi continua ad essere una delle canzoni più amate del cantautore che all’epoca rivelò di averla scritta perchè voleva ammazzarsi.

Alla domanda di Pippo Baudo, conduttore di Sanremo 1995, su cosa l’avesse ispirato per “Destinazione Paradiso”, un giovanissimo Grignani disse: “l’ ho scritta perchè mi volevo ammazzare. Ero in albergo spossato quando un tg ha detto di quei due ragazzi sardi… La prima cosa che m’ è venuta in mente è stata: l’ hanno fatto mezz’ ora prima che io salissi sul palco a cantare. Loro l’ hanno fatto…”.

Gianluca Grignani parla di Destinazione Paradiso: “quando l’ho scritta stavo da cani”

Il racconto di Gianluca Grignani su come è nata l’ispirazione di “Destinazione Paradiso” è proseguito: “quelli del festival sono rimasti malino per quel che ho detto. Che anch’ io mi volevo suicidare, cioé. Ma era vero. Mi era successo altre volte prima, ma a vent’ anni, quando ho scritto ‘ Destinazione paradiso’ stavo da cani. Vivevo con una ragazza inglese e una sera – ricordo che lei accarezzava il gatto – mi son sentito preso da una morsa fredda. Mi sono aggrappato alla chitarra, ho cominciato a buttar giù le parole. Ho scritto tutta la notte. E m’ è venuta la rabbia per guardarmi da fuori e dirmi: ma che stronzate vuoi fare?” Perché non ce la facevi più, Gianluca? “Perché…cosa ti spinge, vuoi sapere? Ah, ognuno ha i motivi suoi. Io, allora, non avevo un lavoro. Non avevo idea di quel che avrei fatto. Deserto totale. Ma in una parola, quel che ti porta sull’ orlo è la confusione”.

Non viveva un momento felice e tutta quella confusione esistenziale è diventata reale nelle strofe di Destinazione Paradiso: “allora ero muto. Adesso mi sforzo di buttar fuori le parole perché so che parlando si sdrammatizza. A mia madre, a mia sorella che mi chiedevano cosa avessi non rispondevo mai. Stavo zitto spesso anche con gli amici, ma capivo che anche loro avevano, tante volte, un’ ansia uguale. Sarà banale, ma siamo malati di incomunicabilità. Uscire per la strada, incontrare la gente mi metteva in agitazione. Succede anche ora, anche se mi fermano con un ‘ sei forte Gianluca’ . Ci si ammazzava anche trent’ anni fa, è vero, ma il mondo di adesso è più ansiogeno e si vive come dentro un bozzolo. E io stavo sempre da solo perché la tua identità te la puoi andare a cercare soltanto così. Credi di farcela meno assieme agli altri”.





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