Chi è Giordana Di Stefano, vittima di femminicidio 10 anni fa: ex Luca Priolo la uccise con 48 coltellate. Mamma Vera Quatrito: "Denunciarlo non è bastato"
Tra le riflessioni che suscita il femminicidio di Pamela Genini ce n’è una sulle mancate denunce, ma il triste e drammatico elenco dei femminicidi annovera casi in cui le vittime avevano denunciato. Come nel caso di Giordana Di Stefano, uccisa dal suo ex compagno nell’ottobre di dieci anni fa a Nicolosi (Catania).
Sua madre, Vera Squatrito, porterà la sua testimonianza a Domenica In, mentre nei mesi scorsi è stata intervistata da “Quello che resta”, il podcast di Vanity Fair, spiegando propri che la figlia 20enne, con una figlia piccola (che ora è adolescente), aveva il coraggio di denunciare, ma non è bastato.
L’ex compagno Luca Priolo la uccise con 48 coltellate, colpendola anche al viso. Lei si trovava a casa quando la figlia la chiamò per avvisarla che aveva finito di lavorare e sarebbe tornata a breve, ma ciò purtroppo non è mai avvenuto per mano dell’ex.
Non vedendola tornare, provò a chiamarla, senza esito, quindi uscì a cercarla. Si recò anche a casa di Priolo, ma trovò solo la madre, quindi intuì che era successo qualcosa. Qualche ora dopo Giordana Di Stefano venne trovata a un chilometro da casa della madre: era stata barbaramente uccisa.
10 ANNI FA IL FEMMINICIDIO DI GIORDANA DI STEFANO
Giordana Di Stefano, una 20enne con la passione per la danza e l’educazione, studiava Scienze umane. Era mamma di una bambina, nata nel 2011 dalla relazione con Antonio Luca Priolo. Quel rapporto, che sembrava sereno, si trasformò e degenerò in episodi di violenza psicologica e controllo ossessivo. Nel 2013 la ragazza trovò il coraggio di lasciare il compagno e denunciarlo per stalking, ma le molestie e minacce continuarono. Anzi, l’uomo voleva convincerla a ritirare la denuncia, ci provò anche il giorno del delitto, dopo il quale tentò la fuga verso il Nord, ma venne arrestato.
L’uomo è stato condannato in via definitiva a 30 anni di carcere, invece Vera Squatrito continua a battersi contro l’emergenza del femminicidio. Ma ha dovuto raccontare tutto anche a sua nipote Asia, che aveva un rapporto viscerale con la madre. Dunque, ha vissuto un abbandono devastante e provato il senso di colpa per non aver salvato la madre. D’altra parte, ora con sua nonna partecipa ad alcune campagne di sensibilizzazione e in un’occasione le ha chiesto di andare a scuola a parlare della madre.
LA LETTERA DI GIORDANA DI STEFANO PER LA FIGLIA
Negli ultimi tempi ha scoperto una lettera che la madre aveva scritto per lei nel 2011 quando era incinta. A renderla pubblica è stata Vera Squatrito, che l’ha pubblicata sui social ad agosto. Quella lettera è un messaggio d’amore alla figlia prima ancora che nascesse: parla della forza che la maternità le ha dato, nonostante vivesse una gravidanza difficile e dolorosa, segnata da violenza psicologica e pressioni da parte del compagno, che voleva farla abortire.
Per Giordana Di Stefano sua figlia era motivo di resistenza e al tempo stesso speranza in mezzo a tante sofferenze. Ora quella lettera assume un valore ancora più grande: è vista come una sorta di testamento morale per la figlia e come simbolo di coraggio per tutte le donne vittime di violenza. La madre di Giordana ha deciso di rendere pubblica la lettera quando la nipote Asia ha compiuto 14 anni.