Interventi di Giorgetti e Salvini al Forum di Cernobbio sulla Manovra: “non sarà correttiva, incognita la spesa della Difesa ma senza intaccare le famiglie”
“NESSUN SACRIFICIO O CORREZIONE IN MANOVRA: RUMORS DELL’ESTATE PIROTECNICI”: COSA HA DETTO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA COLLEGATO AL FORUM ABROSETTI
Quella che l’Italia approverà entro fine 2025 non sarà una Manovra correttiva e non verranno chiesti ulteriori sacrifici agli italiani: è netto e chiaro il messaggio del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dalla giornata di chiusura al Forum Ambrosetti Teha di Cernobbio, specie dopo che nelle ultime settimane le varie “anticipazioni” sulla Legge di Bilancio hanno sollevato preoccupazioni in più settori. Il lavoro serio e pragmatico messo in campo dal MEF in questi tre anni di Manovre ha riportato la fiducia dei mercati finanziari e delle agenzie di dating, rendendo l’Italia uno dei Paesi UE di maggior fiducia al momento nonostante l’altissimo debito pubblico ancora incombente.
Quello che però Giorgetti afferma con chiarezza, in attesa di sapere cosa evolverà in materia di fisco, lavoro e industrie nei risultati degli studi di questi mesi, è che la Manovra non sarà correttiva in quanto le stime fatte già dal DEF si sono rivelate corrette: «avevamo tenuto conto del rallentamento per la guerra commerciale scatenata dai dazi USA», fissando la crescita del PIL allo 0,6% e così si è verificato. Rispondendo direttamente a chi contestava la struttura della prossima Legge di Bilancio, il Ministro leghista fa notare che ad oggi ancora non esiste alcuna bozza in quanto manca ancora diverso tempo prima della discussione in Parlamento.
Perciò come esiste il calcio mercato durante l’estate, ecco che uguale succede con la Manovra, «c’è una serie pirotecnica di proposte fantasiose di cui il ministro non sa assolutamente nulla». Quello che è certo è che non vi saranno passi indietro rispetto a misure fissate negli sorsi anni, così come le ipotesi di un sacrificio in termini di tassazione è de tutto escluso da Palazzo Chigi e dai tecnici del MEF, in primis Giorgetti.
LE SPESE DELLA DIFESA E LE REGOLE UE: LA SFIDA DI GIORGETTI A BRUXELLES (E ALLA NATO)
Il Ministro dell’Economia da Cernobbio ha messo però pubblicamente il tema della difesa come uno dei più intricati possibili, con ripercussioni che potrebbero esserci sulla struttura e la spesa della Legge di Bilancio 2026: sebbene nella platea degli industriali e realtà della finanza il Governo Meloni gode ancora di un 80% di consenso e fiducia (sondaggio realizzato direttamente dal Forum Teha di Cernobbio), occorre essere franchi quando si vedono le emergenze internazionali che incombono e rischiano di stravolgere l’intera economia europea (ancora una volta).
Il sentiero base prevede infatti interventi importanti per favorire e alleggerire il peso fiscale di famiglie e imprese, ma non si può non tenere conto della variabile «assolutamente detestabile della difesa»: Giorgetti indica in un possibile aumento delle spese per la sicurezza e le difesa dei nostri confini, con una maggiore pressione sui conti pubblici «che occorre valutare anche se non comprometterà i nostri obiettivi in termini di politica economica».
In tal senso il messaggio diretto è duplice, tanto alla NATO che chiede la spesa di un 5% del PIL dedicato a misure esplicite sulla difesa, quanto all’Unione Europea sulla serietà del progetto economico e finanziario italiano: «rispetto al passato gli ultimi dati di Agenzia delle Entrate confermano che l’Italia è tra i pochi Paesi UE che rispettano puntualmente le regole Ue», pur dopo averle anche duramente criticate, osserva ancora il Ministro Giorgetti.
L’INTERVENTO DI SALVINI A CERNOBBIO E LE NOVITÀ SULLA FINANZIARIA
Poco prima del suo intervento era stato il vicepremier Matteo Salvini, sempre da Cernobbio, a parlare a viso aperto con industriali e manager: «non chiederemo a Giorgetti di fare un passo più lungo della gamba», rassicura il leader della Lega che punta il doppio successo di flat tax allargata e pace fiscale, «serve comunque la semplificazione e tra le priorità un forfettario per autonomie e dipendenti per snellire il più possibile».
Non essendo più il “malato d’Europa”, passato probabilmente alla Francia come “attenzionato speciale”, il nostro Paese può e deve permettersi di ridurre la pressione fiscale e usare per bene le risorse a disposizione: da Salvini a Giorgetti in entrambi è giunta la riconferma che i fondi per il Ponte sullo Stretto non contano minimamente di possibili utilizzi dei fondi NATO, smentendo così i rumors giunti dall’Alleanza negli scorsi giorni.