Il miglior film David di Donatello 2021 è Volevo Nascondermi diretto dal regista Giorgio Diritti. Occhi lucidi e tanta emozione al momento della proclamazione. Quando sale sul palco tiene un discorso breve ma molto intenso e significativo: “Viva il cinema innanzitutto”, dice. “Tutti i finalisti erano bellissimi film. I nostri giovani fanno ben sperare al futuro del nostro cinema. Un pensiero speciale va agli artisti e tutti quegli uomini che fanno fatica a riuscire. Ricordiamoci della preziosità di ogni uomo e difendiamo questo valore in tutti i modi. Grazie ai miei produttori”, conclude Giorgio Diritti tra gli applausi dei colleghi presenti in sala. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Giorgio Diritti, regista dello straordinario film ‘Volevo Nascondermi’
Giorgio Diritti nasce a Bologna nel 1959 e si forma lavorando con il regista Pupi Avati, con cui collabora per la realizzazione di numerosi film. Il suo primo cortometraggio “Cappello da marinaio” del 1990 viene selezionato in concorso a numerosi festival internazionali. Tuttavia, bisognerà attendere il 2005 per vedere il suo primo film, “Il vento fa il suo giro”, con cui partecipa a 60 Festival internazionali e nazionali, riuscendo a conquistare il pubblico, la critica e ben 36 premi. Il secondo film “L’uomo che verrà”, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma 2009, vince come Miglior film e Miglior produttore ai David di Donatello 2010 e il Nastro d’argento 2010 come Miglior produttore e Migliore scenografia. Nel 2013 dirige “Un giorno devi andare” e l’anno dopo pubblica il suo primo romanzo “Noi due”. Il 2020 è l’anno del film “Volevo nascondermi” che racconta la vita del pittore Antonio Ligabue. Il protagonista del film è interpretato da Elio Germano che per la sua interpretazione ha vinto l’Orso d’argento al miglior attore al Festival del Cinema di Berlino.
“Volevo nascondermi”, il film di Giorgio Diritti
Intervistato da Repubblica Giorgio Diritti ha raccontato come è nata l’idea di un film su Antonio Ligabue: “Parecchi anni fa, quando nella dimensione di un film che stavo facendo c’è stata una situazione che mi ha fatto pensare a Ligabue. Ma questo perché si agganciava a una necessità e una curiosità che da tempo aleggiava nella mia mente rispetto a questa persona così singolare, particolare, affascinante nella sua determinazione e anche nella sua sofferenza”. Il film “Volevo nascondermi” ripercorre, attraverso numerosi flashback, la vita dell’artista che dopo essere stato affidato a una famiglia adottiva inizia ad avere disturbi psicofisici, oltre ad essere ammalato di rachitismo. Ligabue viene ricoveratosi già volte in manicomio e trova conforto nella pittura e nella scultura. La vera svolta arriva grazie all’incontro con il critico Renato Marino Mazzacurati.
Giorgio Diritti: “Ligabue, un emblema”
Intervistato da Il Sole 24 ore, Giorgio Diritti ha spiegato perché ha deciso di raccontare la storia di Antonio Ligabue, interpretato da un magistrale Elio Germano: “Il mio interesse nasce proprio dal fatto che era bruttino, parto infatti dalla dimensione del rifiuto. Soffriva di rachitismo, era un emarginato e questo ha mosso in me un sentimento di curiosità anche affettiva”. E ha aggiunto: “Le vicende di Ligabue dimostrano che in ogni persona c’è una potenzialità, che non riguarda solo l’aspetto della dignità, ma un valore che ha bisogno di trovare la luce”. Il regista bolognese ha voluto partire dall’esperienza del rifiuto, che tutti abbiamo vissuto, per raccontare la storia di un uomo che trova la propria dignità: “La sua vita diventa emblematica per la comunità”.