Sempre più spesso i giovani di oggi hanno una visione distorta dell’erotismo che secondo gli esperti è stata sviluppata sin dall’adolescenza con il consumo precoce della pornografia. Ci si ritrova così davanti a giovani maschi sempre più con l’asia da prestazione e ragazzine che credono sia normale il sesso sottomesso. Il porno con l’arrivo di internet è diventato sempre più un fenomeno di massa. In Italia, come spiega un’inchiesta di Milena Gabanelli per il Corriere della Sera, 9 adolescenti su 10 usano il cellulare per collegarsi ad internet. I dati sono tuttavia preoccupanti: stando a quanto emerso, infatti, a livello mondiale il 30% dei bambini fra gli 11 e i 12 anni vede pornografia online. In Italia i giovani tra i 14 ed i 17 anni che lo fanno sono pari al 44% e spesso accade nella propria camera, in presenza dei genitori ignari di ciò che i figli guardano sui propri smartphone. Tra gli adolescenti maschi, il 59% ammette di aver cercato materiale pornografico volontariamente, mentre le ragazze sono il 25%. Le barriere legate ai limiti dei 18 anni, infatti, sono facilmente superabili con una semplice registrazione che non richiede riscontri documentali, mentre per i siti a pagamento è richiesta la carta di credito.
I dati ufficiali sull’accesso ai siti porno tengono conto solo dei maggiorenni e presentano numeri impressionanti, come emerso dalla piattaforma Semrush: in Italia il sito più visto è Pornhub con 20 milioni mensili di visitatori di cui il 16% nella fascia 18-24 anni.
GIOVANI E PORNOGRAFIA ONLINE: UNA DIPENDENZA SEMPRE PIÙ DIFFUSA
I contenuti pornografici online non sono fruibili solo volontariamente, ma spesso possono apparire perché condivisi da amici, o accidentalmente attraverso i tanti pop-up o ancora perché diffusi su WhatsApp e Telegram dove purtroppo circola anche molto materiale pedopornografico. A loro si affiancano anche file gore, ovvero che riprendono scene di omicidi, sgozzamenti e incidenti violenti. Porno, pedo e gore secondo gli esperti creano nei giovanissimi un aumento dell’adrenalina e dell’eccitazione sessuale. La reazione di fronte immagini di sesso violento da parte dei giovanissimi vede il 27% sotto choc, seguito da confusione (24%) ed eccitazione (17%). I giovani esposti con regolarità a questo tipo di materiale hanno atteggiamenti sessisti e aggressivi. Il 70% vede le donne come oggetti sessuali e c’è addirittura un 17% che ha ammesso di costringere la partner a compiere questi atti. I consumatori di questo tipo di pornografia inoltre è solito fare “sexting”, ovvero inviare o chiare alla propria partner di inviare immagini di nudo o delle proprie parti intime, con conseguenze spesso devastanti. Senza consenso, infatti, si va incontro a reato e la diffusione di tale materiale fa incorrere nel revenge porn e nel reato di diffusione di immagini pedopornografiche. Nel 2020 i minori denunciati per revenge porn sono stati 13, per reati di pedopornografia 118, con un aumento del 490% negli ultimi 5 anni.
GENITORI IGNARI, IL RUOLO DELLA SCUOLA
I genitori spesso ignorano il consumo di pornografia online da parte dei propri figli, anche se piccoli. E le conseguenze sono spesso molto pesanti. Proprio in assenza di una educazione sessuale sana e corretta da parte della famiglia e della scuola, il punto di riferimento per molti ragazzi è il modello pornografico offerto da internet. In merito alle difficoltà, secondo alcuni studi clinici per i maschi aumenta la difficoltà ad eccitarsi nell’intimità con un partner, proprio perché gli stimoli non corrispondono alle immagini assimilate nell’uso della pornografia. Parlare con i propri figli può essere più efficace delle misure di parental control soprattutto se i propri figli non sono più tanto piccoli. Secondo le linee guida dell’Oms sarebbe opportuno affrontare le tematiche intime dalle elementari, anche se in concreto ad oggi, in Italia, si è fatto sempre molto poco.