Ha ragione Margherita Cassano, primo presidente della Corte di cassazione, a chiedere, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, concordia tra le istituzioni. Ha ragione a rivendicare che la gran parte dei magistrati operano in modo solido ed appassionato e che parte di essi non appartiene all’immagine che oggi riflette. Ha ragione a rammentare cosa dovrebbe essere la magistratura e richiamare i suoi valori. Ha talmente ragione che verrebbe di chiederle su cosa allora si basa il giudizio ampiamente condiviso da tanti che la separazione delle carriere sia un passo essenziale per rendere i princìpi che lei ha enunciato più solidi. Perché la sua saggezza non è purtroppo un fluido magico che passa di collega in collega e le sue accorate difese sono del tutto diverse dai toni dell’Anm che ha, invece, preso lo stendardo di partito ed ha intenzione di opporsi come corpo politico al Parlamento.
Ed è proprio questa differenza di toni ed obiettivi tra la presidente Cassano ed i suoi colleghi militanti a rendere evidente che qualcosa non torna e va aggiustato. Lo ha ricordato Nordio, a parlare di “verminaio” e “mercato delle vacche” sono stati magistrati riferiti ad altri magistrati. Non è sicuramente ciò che la presidente Cassano vuole sentire attribuire ai suoi colleghi, ma sono stati loro stessi la causa della loro deriva. Perciò ora la riforma diventa un passo essenziale per cercare di porre rimedio alle storture che tanti magistrati per bene e validi – come la Cassano – sono costretti a subire da colleghi che hanno portato avanti personalissime carriere ed esercitato le loro funzioni con finalità poco comprensibili.
Si dia il via a questo passaggio riformista fondamentale per il Paese e poi si giudichi. Ai magistrati spetta il compito di applicare le norme e farlo in tempi certi e celeri. Tutte le volte in cui uno dei poteri dello Stato si sente superiore all’altro il disastro è certo. E non si può chiedere alla politica di tenersene fuori, perché ad essa spetta trovare soluzioni e offrire riforme che possano migliorare la vita di tutti. Anche dei magistrati per bene e competenti.
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