Maria Grazia Pinna è la prima donna arbitro italiana della storia. Era il 1979 quando quella ragazza originaria della Sardegna, ma toscana d’adozione dal 1961, indossava le scarpe con i tacchetti e la tipica divisa nera in voga in quegli anni per il direttore di gara, per appunto dirigere un match di pallone. Oggi Uno Mattina Estate ha voluto intervistarla in collegamento, per approfondire la sua storia: “Ho deciso di diventare arbitro perchè avevo una squadra di calcio e gli arbitri erano contro di me, e alla fine ho fatto un corso di arbitro per vedere se avevano ragione loro o no”.
Dallo studio le chiedono se fosse bersagliata dai calciatori durante le partite e lei ha confermato: “Ero bersagliata sempre, ogni partita avevano da dire, o che avevo le gambe storte o che ero una donna, o che ero brava a letto”. Poi ha aggiunto: “Son passati tanti anni, mi fa molto piacere e sono molto contenta di questa nuova apertura per le donne”, riferendosi anche al campionato Europeo di calcio in rosa in corso, nonché all’introduzione per la prima volta in Italia del professionismo.
MARIA GRAZIA PINNA, L’INTERVISTA A UNO MATTINA
Maria Grazia Pinna è voluta sempre apparire femminile anche mentre arbitrava, truccata e con il rossetto: “Certo – ha commentato in diretta tv su Rai Uno – volevo essere donna al 100 per cento, il pubblico doveva vedere un arbitro donna non uomo, ero felice di presentarmi così, non avevo i braccialetti ma il rossetto c’era sempre”.
E’ quindi intervenuta Carolina Morace, ex calciatrice più famosa del nostro Paese, nonché ex tecnico, che ha spiegato: “Credo che come tutti gli sport, anche io quando ho iniziato a giocare, era una cosa nuova, come in tutte le discipline dove c’erano soprattutto uomini è importante che qualcuno abbiano iniziato”. Poi ha spiegato: “Comunque si può essere femminili nel 2022 anche senza rossetto e trucco e questo credo che sia un passo importante in avanti che abbiamo fatto in Italia”.