Nel pieno della guerra a Gaza, Hamas continua a pagare gli stipendi: attualmente conterebbe su circa 30mila dipendenti che ricevono anche pacchi di cibo

Pur pesantemente indebolito da ormai (quasi) due anni di conflitto, il gruppo politico di Hamas continua a garantire stipendi più o meno costanti ai suoi dipendenti intervallati anche da pacchi alimentari consegnati attraverso un intricato sistema che permette di evitare il tracciamento da parte di Israele: a raccontarlo è stato un dipendente del gruppo palestinese – ovviamente rimasto anonimo – alla BBC, spiegando anche come avvengono gli scambi di denaro.



Il dato più interessante riferito dal funzionario di Hamas – descritto dalla BBC come un dipendente del “Ministero degli Affari Religiosi” – è che secondo le sue stime attualmente il gruppo attualmente dovrebbe contare su qualcosa come 30mila dipendenti totali: questi avrebbero complessivamente ricevuto 7 milioni di dollari, con pagamenti settimanali pari a circa 300 dollari; il 20% di quello che ricevevano prima del conflitto e decisamente inferiore all’attuale costo della vita a Gaza.



Dato che ormai Israele ha trovato il modo di tracciare i sistemi di pagamento ufficiale, i funzionari di Hamas si sono dovuti ingegnate per trovare una soluzione affinché gli stipendi continuassero ad arrivare: secondo il funzionario, infatti, ogni tanto riceve un messaggio che lo invita a “prendere un te” in una precisa posizione, dove viene raggiunto da un individuo ignoto che gli consegna una busta sigillati prima di sparire senza proferire alcuna parola.

Il nodo dei fondi ottenuti da Hamas: tasse riscosse in guerra, i contanti accumulati da Sinwar e gli “amici” arabi

Nell’ultima settimana – racconta sempre il funzionario di Hamas alla BBC – avrebbe ricevuto circa 300 dollari (sotto forma, ovviamente, della moneta israeliana shekel) ma di questi solamente 60 erano effettivamente utilizzabili perché gli altri erano ormai “usurati”, al punto che “nessun commerciante li avrebbe accettati”; mentre oltre a questo il funzionario ha anche raccontato che talvolta Hamas consegna anche pacchi alimentari attraverso “comitati di emergenza locali”, ricavati – possiamo immaginare – dalla sottrazione indebita dagli aiuti umanitari internazionali.



Camion di aiuti per i palestinesi al Valico di Rafah tra Egitto e Gaza (ANSA-EPA 2025)

Resta, però, da capire come faccia Hamas a garantirsi accesso (più o meno) costanti a fondi economici: secondo un altro funzionario sentito dalla BBC prima della guerra i leader – soprattutto i fratelli Sinwar – del gruppo avevano accumulato qualcosa come 700 milioni di dollari in contanti nei famosi tunnel e nel frattempo non avrebbero mai smesso di riscuotere le tasse, aumentando anche i costi dei beni (come le sigarette) che il gruppo vende in modo esclusivo alla popolazione; similmente, l’ipotesi è che non si siano mai interrotti i canali economici tra Hamas e il Qatar, l’Iran e – soprattutto – i Fratelli Musulmani.