Hamas controlla solamente il 20% della Striscia di Gaza: secondo un ufficiale palestinese, la società è sempre più vicina al collasso senza leader politici
Si è ormai ridotto al minimo il controllo da parte di Hamas all’interno della striscia di Gaza, completamente distrutta dalla lunga guerra mossa da Israele dopo gli attentati del 7 ottobre del 2023 ed oggi sempre più preda della microcriminalità, delle gang che controllano interi quartieri e – soprattutto – dei clan pesantemente armati (e finanziati) dallo stesso Israele al fine di destabilizzare il potere degli attuali governanti della Striscia.
La rivelazione sull’attuale stato di Hamas e del suo controllo all’interno di Gaza è stata fatta alla BBC da un alto ufficiale delle forze di sicurezza degli stessi terroristi palestinesi, vittima di un attacco subito nella prima settimana del conflitto in corso e attualmente residente al Cairo per via delle sue precarie condizioni di salute: un uomo – ovviamente anonimo – che è perfettamente informato di quello che sta succedendo all’interno della striscia e i cui racconti trovano conferme anche nella realtà sul campo di battaglia.
Secondo l’ufficiale, in particolare, attualmente Hamas starebbe controllando poco meno del 20% della Striscia dopo che la sua leadership politica, militare e di sicurezza è stata quasi completamente uccisa da Israele, al punto che secondo lui oggi restano solamente circa il 5% dei leader storici del gruppo palestinese: parole che trovano conferma dallo stesso apparato della Difesa di Israele che già lo scorso settembre aveva pubblicamente dichiarato che “Hamas come formazione militare non esiste più“.
L’ufficiale palestinese: “Senza Hamas Gaza è vicina al collasso sociale e Abu Shabab conquista terreno”
Secondo l’ufficiale, Hamas nel corso della tregua durata 57 giorni all’inizio di quest’anno aveva provato a riorganizzare il suo assetto di comando convocando i consigli politici, militari e di sicurezza, ma la ripresa dei combattimenti a marzo avrebbe impedito di completare le operazioni; mentre a suo avviso la ragione per cui Israele non ha ancora posto fine alla guerra è dovuta al fatto che “sta vincendo e il mondo e i regimi arabi sono silenziosi“.
D’altra parte, senza la guida politica e militare di Hamas – e senza alcuna reale alternativa solida -, attualmente Gaza è sprofondata in un baratro di criminalità che sta spingendo la società palestinese (esclusa ovviamente quella che si trova in Cisgiordania) “al collasso“, largamente tenuta sotto il giogo delle bande e dei clan armati: in particolare ce ne sarebbero almeno sei di importanti, che mirano ad assumere il controllo della Striscia.
Tra questi sei, il più solido è quello – omonimo – comandato da Yasser Abu Shabab che oltre ad aver ricevuto armi e finanziamenti da parte di Israele, gode anche del favore dell’Autorità Nazionale Palestinese che governa la Cisgiordania e del mondo arabo circostante: non a caso, Hamas ha imposto altissime taglie sui leader di Abu Shabab nel timore (sempre più concreto) che riesca a raccogliere l’appoggio di tutti i clan avversari, assumendo rapidamente il controllo della Striscia.