Hélène Langevin-Joliot è la nipote del Premio Nobel Marie Curie. La donna, oggi 96 anni, è docente di Fisica e sulle colonne del quotidiano “Il Giornale” ha condiviso il ricordo di sua nonna, venuta a mancare quando lei era una bambina di appena sette anni. Marie Curie amava le passeggiate sulla spiaggia, gli animali e, ovviamente, la scienza: “Mi ha insegnato a fare i primi esperimenti – ha esordito Langevin-Joliot –. In cantina aveva una specie di laboratorio. Creavamo i cristalli e ogni giorno andavamo a controllare come crescevano, come cambiavano colore. Io ovviamente toccavo di tutto, non usavamo precauzioni, avrei potuto combinare chissà che guaio o ingerire qualche sostanza chimica”.
Al dì là delle scoperte sulla radioattività, Marie Curie è ancora un simbolo per la scienza e la nipote Hélène Langevin-Joliot pensa che questo sia dovuto anche al tipo di persona che è stata. Sua nonna, infatti, era una donna emancipata che “si è impegnata a portare parità di genere nella scienza. In Polonia frequentò le scuole clandestine perché alle donne non era consentito studiare, poi si trasferì a Parigi. All’epoca il mondo degli studi scientifici era prettamente maschile, tanto che in un primo momento il Nobel fu proposto solo a mio nonno Pierre, quando invece
il lavoro era di entrambi”.
HÉLÈNE LANGEVIN-JOLIOT, NIPOTE DEL PREMIO NOBEL MARIE CURIE: “CONSERVO LE LETTERE D’AMORE DEI MIEI NONNI”
Nel prosieguo della sua chiacchierata con i colleghi de “Il Giornale”, Hélène Langevin-Joliot ha confessato di conservare un baule contenente tutte le lettere d’amore che i suoi nonni si scambiavano. Quando si conobbero, Marie Curie a 27 anni scrisse sul suo diario: “Sono rimasta colpita dal suo sguardo chiaro e da quel suo atteggiamento di abbandono”. Quando invece lui le propose il matrimonio, le scrisse: “Sarebbe bello passare la vita assieme, ipnotizzati dai nostri sogni”.
Per le nozze, Pierre e Marie Curie si regalarono due biciclette, che in quel periodo andavano di moda, e nel tempo libero si concedevano lunghe pedalate immersi nella natura, durante le quali il nonno di Hélène Langevin-Joliot insegnò alla sua consorte a riconoscere animali e insetti, osservandone le abitudini. Poi, la tragedia: “Quando mio nonno morì, inaspettatamente investito da una carrozza, nonna Marie soffrì tanto. Era il 1906. Poi decise di proseguire i loro studi e lo fece anche durante la guerra. Avviò la cura dei tumori e affiancò sua figlia e il genero – cioè i miei genitori – nelle ricerche sulla radioattività artificiale”.