«Esiste un notevole rischio che il perseguimento di obiettivi di profitto da parte dei media privati possa compromettere la loro capacità di agire come sentinelle della democrazia». E’ quanto sostiene una relazione sul pluralismo dei media adottata dalla commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo con 33 voti a favore e un astenuto. I deputati caldeggiano l’adozione di una “carta dell’editoria” per evitare che i proprietari, gli azionisti o i governi possano interferire con i contenuti editoriali, e incoraggiano i difensori civici a proteggere la libertà dei media, poiché «l’esperienza dimostra come la concentrazione della proprietà compromette il pluralismo e la diversità culturale». I parlamentari ritengono inoltre importante garantire che il servizio pubblico dei media svolga la funzione affidata da parte degli Stati membri in modo trasparente e responsabile, in maniera da impedire l’abuso dei finanziamenti pubblici per la politica.
Sotto osservazione anche blog e new media, che pongono nuove sfide: la crescita commerciale di piattaforme per “user generated content”, come foto e video, solleva problemi di etica e privacy, e mette giornalisti e altri professionisti dei media sotto pressione. Per questa ragione, la commissione reputa necessaria l’adozione di misure legali per proteggere la vita privata dei cittadini e autorità dall’uso crescente di dispositivi tecnologici che consentono di realizzare video e foto «in ogni luogo e disponibili in ogni spazio e tempo». «Dal momento che i blog rappresentano un importante e nuovo contributo al pluralismo, è necessario chiarire il loro status e adottare norme cautelative come la previsione, per esempio, del diritto di replica», aggiunge la relazione.
Un altro aspetto preso in considerazione nel documento riguarda il settore telefonico, che spesso rende la vita difficile a chi vuole semplicemente accedere o disdire un servizio. Il pacchetto in discussione al Parlamento europeo contiene quattro proposte legislative che dovrebbero, tra le altre cose, spingere gli operatori a un rapporto più corretto coi clienti, spesso informati volutamente in maniera parziale su offerte apparentemente vantaggiose, ma che si rivelano poi veri e propri tranelli. Uno dei punti più controversi della riforma riguarda la creazione di un’Autorità europea per le telecomunicazioni, che secondo il piano del commissario Viviane Reding si baserà sulle competenze delle autorità nazionali, funzionando in maniera simile all’Agenzia europea per i medicamenti, consentendo cioè una reale partnership tra i regolatori e la commissione.
La nuova Authority dovrebbe dare il suo parere sulle procedure inerenti la separazione funzionale, che potrà essere utilizzata come rimedio, ma solo in casi in cui sia necessario intervenire per bilanciare squilibri del mercato comprovati da apposite analisi condotte dai regolatori nazionali. Secondo i detrattori della proposta, tuttavia, la nuova Autorità europea per le telecomunicazioni non farà che aggiungere nuovi strati di burocrazia. Un ulteriore problema riguarda poi la garanzia di indipendenza della nuova agenzia. Le quattro proposte saranno votate dai deputati entro la pausa nelle rispettive commissioni parlamentari, in vista del benestare dell’aula in occasione della sessione plenaria del prossimo settembre.
(Marino Petrelli)