Le reti Huawei potrebbero interferire con l’arsenale atomico Usa e bloccarlo. A lanciare l’allarme sono i servizi segreti americani, ma a darne notizia è un’inchiesta esclusiva di Cnn. L’azienda cinese ha subito smentito di avere queste capacità, il governo cinese ha dichiarato di non poter operare nello spettro esclusivo del ministero della Difesa Usa, mentre fonti dell’Fbi hanno ammesso che sarebbe difficile dimostrare un furto di dati da parte di Pechino, ma la sola possibilità di accedere alle procedure militari Usa più segrete è per loro sufficiente per lanciare un allarme sulla sicurezza nazionale. Diverse fonti che hanno familiarità con l’indagine hanno, infatti, riferito che non c’è dubbio che l’apparecchiatura di Huawei sia in grado di intercettare non solo il traffico cellulare commerciale, ma anche le onde radio altamente riservate usate dai militari e di interrompere le comunicazioni critiche del Comando strategico degli Stati Uniti, offrendo al governo cinese una potenziale finestra sull’arsenale nucleare americano.
Riecheggiano allora le parole dell’ex presidente Donald Trump, che nel 2020, in piena pandemia Covid, si scagliò contro Huawei e disse no al 5G cinese, decisione a cui Canada e Gran Bretagna si allinearono, mentre l’Europa no. La questione evidentemente è tutt’altro che commerciale, ma comunque presente già dall’amministrazione Obama. Alcune reti cinesi che si trovano già sul territorio americano sarebbero «capaci di intercettare le comunicazioni militari americane» al punto tale da «bloccare le procedure legate all’arsenale strategico e tattico nucleare». Se la questione non è nuova, perché emerge solo ora? Non è in effetti casuale. C’è la guerra tra Russia e Ucraina e l’incubo di escalation militare. In questo scenario, la Cina avrebbe la possibilità di bloccare l’effetto deterrenza delle testate nucleari nei due blocchi contrapposti. Inevitabilmente questa notizia avrà ripercussioni in Europa, in particolare in Italia, visto che il nostro Paese ha acquistato in modo massiccio tecnologia cinese, in particolare di Huawei, quindi bisognerà seguire con attenzione gli sviluppi dell’indagine dell’Fbi.
ALLARME SPIONAGGIO CINA: “ESCALATION IN USA”
Quello che ad esempio sembrava un affare fantastico per gli Stati Uniti, forse era una trappola. Questo è almeno il timore dei servizi segreti americani in riferimento a quell’offerta del 2017 con la quale la Cina si offrì di spendere 100 milioni di dollari per costruire uno spettacolare giardino cinese presso il National Arboretum di Washington DC con tempi e padiglioni. Il progetto entusiasmava i funzionari locali, anche in ottica turismo, ma il controspionaggio Usa scoprì che la la pagoda sarebbe stata posizionata strategicamente su uno dei punti più alti di Washington DC, a soli tre chilometri dal Campidoglio degli Stati Uniti, un luogo perfetto per la raccolta di segnali di intelligence, hanno dichiarato alla CNN diverse fonti familiari con l’episodio. Allarmante anche il fatto che i funzionari cinesi volessero costruire la pagoda con materiali spediti negli Stati Uniti in buste diplomatiche, che i funzionari doganali statunitensi non possono esaminare, hanno aggiunto le fonti. Questo progetto è stato bloccato sul nascere e rientra nella frenetica attività dell’FBI e di altre agenzie federali sull’escalation dello spionaggio cinese negli Stati Uniti nell’ultimo decennio. Stando a quanto riportato dall’emittente, almeno dal 2017, i funzionari federali hanno indagato sull’acquisto di terreni cinesi nei pressi di infrastrutture critiche, hanno chiuso un consolato regionale di alto profilo ritenuto dal governo Usa un “focolaio” di spie cinesi e hanno ostacolato quelli che consideravano chiari sforzi per piazzare dispositivi di ascolto vicino a strutture militari e governative sensibili.