I cento passi è un'opera di denuncia e impegno civile che racconta il coraggio di Peppino Impastato, giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978
I cento passi, film su Rai 3 diretto da Marco Tullio Giordana
Venerdì 4 luglio 2025, andrà in onda, in prima serata su Rai 3, alle ore 21:20, il film biografico intitolato I cento passi.
Si tratta di una co-produzione italiana di Titti Film e Rai Cinema del 2000, con la regia di Marco Tullio Giordana, film maker pluripremiato e che vanta ad oggi ben 4 David di Donatello, 2 Globi d’Oro e 5 Nastri d’argento.
La parte musicale è invece firmata da Giovanni Sollima, compositore italiano che nel 1993 ha collaborato alla realizzazione di Requiem per le vittime della mafia, eseguita nella Cattedrale del capoluogo siciliano durante il primo anniversario dalla strage di Capaci.
Nei panni del giovane e coraggioso Peppino Impastato, l’attore palermitano Luigi Lo Cascio, al suo esordio cinematografico.
Nel cast de I cento passi anche: Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo, Andrea Tidona e Claudio Gioè.
La trama del film I cento passi: la vera storia del giornalista ucciso dalla mafia Peppino Impastato
Ne I cento passi, Peppino Impastato è un giovane uomo siciliano che non tollera l’atmosfera mafiosa che si respira nel quartiere in cui è vissuto e che condanna con forza l’atteggiamento di suo padre Luigi, reo di alcuni comportamenti conniventi con questo ambiente.
Nonostante sia perfettamente consapevole del pericolo a cui espone se stesso e i suoi cari, Peppino non esita un attimo a schierarsi contro il boss della zona, conosciuto come Don Tano.
Giorno dopo giorno il protagonista condanna tutti gli atti criminali di cui è testimone, supportato da suo fratello Giovanni.
Fin da bambino Peppino è cresciuto sentendo dentro di sé un forte desiderio di giustizia, e da ragazzo ha iniziato a combattere contro i poteri mafiosi, che opprimono la povera gente e distruggono il suo paese.
In particolare, Peppino viene sconvolto dalla morte di un suo zio, Cesare Manzella, capo mafioso ucciso proprio da “Cosa Nostra”, e viene influenzato dalla conoscenza di un artista comunista, Stefano Venuti.
Impugnata la penna, il giovane inizia a redigere un articolo dopo l’altro, con il suo tono graffiante e affermazioni forti come “La mafia è una montagna di merda”.
Allo stesso tempo fonda una nuova emittente radiofonica, Radio Aut, che diventa uno strumento per ridicolizzare i mafiosi e denunciare i crimini commessi da quest’ultimi.
Come se ciò non bastasse, entra a fare parte del partito della “Democrazia Proletaria” e si candida per entrare nel consiglio comunale, organizzando comizi e stando vicino alle persone della sua città. Peppino è ben cosciente di avere i giorni contati: l’attentato alla sua vita arriva puntuale come previsto, il 9 maggio 1978, e nessuno potrà difenderlo dall’ira di Don Tano.