I conquistatori è un western classico ma con una morale, tra paesaggi bellissimi in Technicolor. La regia è del maestro Jacques Tourneur, con Dana Andrews
I conquistatori, film su Rete 4 diretto da Jaques Tourneur
Martedì 17 giugno 2025, è in programmazione nel pomeriggio di Rete 4, alle ore 16:45, il film I conquistatori (titolo originale Canyon Passage). Si tratta di un western, produzione USA del 1946, con la regia affidata a Jacques Tourneur e la musica a Hoagy Carnichael.
Il cast di attori è composto tra gli altri da Dana Andrews, Brian Donlevy e Susan Hayward. Andrews ha avuto una filmografia lunghissima, dall’esordio con La grande cavalcata (1940) sino al 1981 con Il pilota. Il binomio con il regista Tourneur si ritrova nel film La notte del demonio del 1957. Anche per Donlevy l’elenco dei ruoli è lunghissimo, diviso tra cinema e TV. Grazie all’interpretazione in Beau Geste -1939- arriva per lui la Candidatura all’Oscar del 1940 come migliore attore non protagonista. La Hayward raggiunge l’Oscar nel 1959 come migliore attrice in Non voglio morire.
La trama del film I conquistatori: sentimenti, arrivismo e violenza nel West
Ne I conquistatori, l’ambientazione è la Frontiera del West, Oregon 1850. L’uomo di affari Logan Stewart (Dana Andrews) arriva a Jacksonville e cominciano i guai. Prima deve difendere i suoi risparmi dal tentativo di rapina dal compaesano Bragg, poi viene conteso da due donne Lucy Overmire (Susan Haiward) e Caroline March (Patricia Roc). Stewart prova a mettere ordine nella sua vita ma la routine dell’Oregon selvaggio non lo aiuta.
D’altronde è Logan stesso che dichiara quasi all’inizio del lungometraggio – Ognuno si sceglie i propri dei – lui, come tanti nel sogno americano, ha già scelto il percorso: la ricchezza a tutti i costi. La pellicola tra paesaggi mozzafiato, lotta di potere, intrecci sentimentali e scazzottate varie racconta la vita nella città di frontiera. Tutto ancora tranquillo con i pellerossa confinanti, ma un brutto giorno Bragg violenta e uccide una giovane squaw costringendo la sua tribù a combattere.
Basterebbe consegnare il bruto agli indiani ma non è così semplice. Forse, più che la trama in sè, è proprio nella concatenazione delle storie sentimentali che va cercata la chiave di lettura del regista. Dove le pulsioni umane con bramosie contenute a fatica, gesti cavallereschi e gelosie assortite riescono a dipingere un quadro efficace sulla vita nel leggendario West. Il tutto incorniciato in immagini di una natura sconvolgente per quanto bella e selvaggia.