Ignazio Oliva/ “Mia moglie Giovanna Pancheri, amore leale, passionale e non geloso”

- Davide Giancristofaro Alberti

Bella intervista a 360 gradi dell'attore Ignazio Oliva, negli studi de L'Ora Solare: l'artista ha parlato della sua infanzia, di Genova, della compagna e...

ignazio oliva 2022 orasolare 640x300 Ignazio Oliva a L'Ora Solare

L’attore italiano Ignazio Oliva è stato ospite nella giornata di ieri del programma di Tv2000, L’Ora Solare, e nell’occasione ha raccontato un po’ di se stesso a 360 gradi. Le prime parole sono state per Genova, la sua città: “E’ la mia città, amo e odio allo stesso tempo, l’ho lasciata quando avevo circa 10 anni, vado spesso soprattutto per seguire la squadra del cuore (il Genoa ndr), oltre che per andare a trovare parte della famiglia”. Sul figlio: “Mio figlio adesso ha 16 anni, ho un po’ sbagliato nell’educazione sportiva di mio figlio, ho fatto un po’ come facevano una volta i fascisti, indottrinamento senza ritegno, e lui ha avuto un rifiuto umano sano, gioca a pallavolo come un pazzo, non tifa proprio il calcio”. E ancora: “Genova è una città che si fa scoprire, non è facile, non è gente calda come al sud che è l’altra mia metà, ma i genovesi sono fedelissimi, spiritosissimi, ed è una città che architettonicamente è da scoprire e poi c’è un underground musicale e artistico che non ti aspetti”.

La seconda metà di Ignazio Oliva, come accennato sopra, è il Salento: “Il Salento è l’altra metà del mio cuore, i miei presero una masseria nel 1970 dove non c’era nulla, non avevamo l’acqua a casa… sono legato a quella terra profondamente, una terra del mio cuore, e se oggi mi chiedi quale sarà il mio buen ritiro dirò il Salento. è una terra meravigliosa, ricca di umanità, sincera, generosa”. Ignazio Oliva ama profondamente la natura e lo stare all’aria aperta: “Tutti gli elementi della natura li sento e li vivo regolarmente, ho le mie fughe dalla città. La pesca è una passione che ho passato a mio figlio ed è riuscita a differenza del Genoa, e addirittura è diventata un’ossessione per mio figlio, abbiamo un negozio di case da pesca. Noi a Pasqua facciamo il viaggio io e lui da soli in giro per l’Italia o il mondo. Mi ha insegnato a pescare il marinaio di mio nonno – ha proseguito Ignazio Oliva – mio nonno aveva una barca grande e c’era un marinaio. Cosa ti insegna la pesca? L’attesa, l’adrenalina ma soprattutto il contatto con la natura, il mare, il silenzio, la solitudine, i rumori, i suoni, la libertà, la sensazione di essere un po’ fuori dal mondo. Noi rilasciamo sempre il pescato, a meno che non prendiamo una bella spigolona”.

IGNAZIO OLIVA: “A ROMA QUANDO AVEVO 10 ANNI, LA PESCA…”

Un’altra città a cui Ignazio Oliva è molto legato è Roma: “Mi ha accolto quando avevo 10 anni, chiaramente non è stato facile, ma Roma è una città che a differenza di Genova accoglie al primo impatto, è stato molto facile inserirmi bene, ho fatto tutte le scuole poi sono andato e via e sono tornato a Roma perchè questo mestiere si fa soprattutto qui. Un attore non finisce mai di imparare e tutto ciò che porta sul set è che qualcosa ha dentro. Il mio amore per la natura, la terra, il lavorare la terra è qualcosa che ho portato nel lavoro”. Ignazio Oliva ha interpretato San Francesco diretto da Wenders: “E’ stato un onore ma anche grandi timori di performance perchè come si fa a interpretare cotanto uomo? Nel film “Papa Francesco uomo di parola”, si rievocava san Francesco nei momenti in cui il Papa raccontava il perchè del chiamarsi Francesco. Wenders mi ha lasciato molto libero di lavorare, ho cercato di trovare la mia spiritualità”.

Sui suoi viaggi in Africa con una Ong: “La prima volta nel 2004, avevo 34 anni e mi son pentito di non aver fatto questi viaggi prima, è un’esperienza che consiglio di fare ai ragazzi, è importante mettersi in gioco e scoprire questa realtà, danno un senso alla vita che conduci. E’ cambiato il mio modo di condurre e di concepire la mia vita oggi, dal lavoro a tutto”. Chiusura dedicata alla moglie, la giornalista di SkyTg24 Giovanna Pancheri: “Quando ci siamo conosciuti lei era corrispondente Usa da un anno quindi per tre anni abbiamo fatto avanti indietro ma la distanza non è mai stata un problema, una difficoltà, anzi, l’unica sofferenza era che volevamo vivere assieme il più possibile e lo facevamo col telefono. Non ci è pesato più di tanto, è un amore molto vivo, leale, onesto, sincero, passionale tutto ciò che si può dire. Senza gelosia ne possessione, siamo adulti che si amano e siamo ancora qui, felici e sposati”.





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