Il Gattopardo viene trasmesso nella sua versione integrale, restaurata e con inserti inediti dello stesso Visconti. Nel cast, Burt Lancaster e Alain Delon
Il Gattopardo, il capolavoro di Luchino Visconti su Rai 3
Lunedì 18 agosto 2025, in prima serata su Rai 3, andrà in onda alle 21.20, il film drammatico e storico Il Gattopardo. Diretto nel 1963 da Luchino Visconti, è basato sul popolare romanzo omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Visconti si è occupato anche della sceneggiatura, con Massimo Franciosa, Pasquale Festa Campanile, Suso Cecchi D’Amico ed Enrico Medioli.
La colonna sonora è dell’iconico Nino Rota e il montaggio è di Mario Serandrei. La pellicola viene proposta dalla Rai nel suo formato restaurato, così come fu ripresentato nelle sale nel 2103, contiene anche molti pezzi inediti tagliati da Visconti in fase di montaggio a causa delle polemiche politiche dell’epoca e ha lunghezza monstre di 3 ore e 20 minuti.
Il film comprende un cast molto forte, composto da attori internazionali come Burt Lancaster, considerato una delle più grandi star del cinema di tutti i tempi; Alain Delon, uno dei sex symbol più adorati del suo tempo; Claudia Cardinale, attrice italiana di fama internazionale, volto di più di 150 progetti cinematografici. Al loro fianco vi sono Paolo Stoppa, Rino Morelli, Lucilla Morlacchi e Romolo Valli.
La trama del film Il Gattopardo: “Tutto cambia perché nulla cambi”, i riposizionamenti del potere nell’Unità d’Italia
Il Gattopardo è ambientato nel cuore della Sicilia, nel maggio del 1860, quando inizia un periodo di profonda trasformazione: arrivano Garibaldi e i Mille, il dominio borbonico giunge al termine e nasce il nuovo Stato nazionale. In questo contesto caotico, il principe Fabrizio Salina guarda con disincanto al declino della nobiltà a cui appartiene. Il suo mondo di privilegi, rituali e silenzio sonoro è precario sotto il peso di un cambiamento inevitabile.
Tancredi, giovane e ambizioso nipote del principe, si schiera con i rivoluzionari perché intuisce che, per avere il potere, bisogna stare al passo con i tempi. La sua visione pragmatica si scontra con il fatalismo del principe, che non vede l’Unità d’Italia come una rinascita, ma come lo smantellamento di un’identità secolare. Durante il soggiorno estivo a Donnafugata, la famiglia Salina incontra Don Calogero, il nuovo sindaco e simbolo della borghesia emergente. Sua figlia Angelica, bella e vivace, conquista il cuore di Tancredi e suggella l’alleanza tra antica stirpe e nuova ricchezza.
A Palermo, dove Don Fabrizio è giunto nella sua nuova dimora, un burocrate del giovane Regno d’Italia gli offre la carica di senatore. Lui rifiuta, sapendo di essere poco rilevante nella sua epoca, ma preferendo la vanità del sentimento alla vanità del potere. Il sontuoso finale del ballo abbraccia quei lampadari e quegli specchi e li accoglie – a sguardi tremanti – come il requiem di un’epoca. Il Gattopardo non muore: si ritira, dignitoso, nell’ombra della storia.