Sono passati ormai 80 anni da quel meraviglioso – cinematografico – quanto terribile – a pochi mesi dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale – 1939, ovvero l’anno di uscita del film “Il Mago di Oz”, la favola per ogni tempo di L. Frank Baum. La dolce Dorothy, le sue scarpette rosse, il Regno fantastico con le streghe, e poi ancora l’uomo di latta, il leone codardo e così via: l’immaginario di tutti, grandi e piccini, si riannoda e riesce a ritrovare qualche scatolina della propria memoria legata a quel fantastico Mago di Oz, e lo dobbiamo soprattutto al film capolavoro di Victor Fleming uscito nelle sale proprio nell’agosto del 1939. Ebbene oggi, a 80 anni da quel mese di magia che anticipò l’incubo e l’inferno cui il mondo stava per cadere, Google ha deciso di confezionare un bel “easter egg” a tutti i naviganti web: non vi resta che digitare sul noto motore di ricerca “Il Mago di Oz” e troverete delle belle scarpette rosse che brillano. Vi basterà a quel punto un clic per venire catapultati nel mondo magico di Doroty e del Mago: non vi resta che provare!
IL MAGO DI OZ, IL MITO E LE SCARPETTE
Si sentiranno le parole di Judy Garland – la straordinaria protagonista che interpretò Dorothy a soli 16 anni – ripetere «There’s no place like home» e in un attimo il mondo di Oz non sarà che evidente in tutta la schermata. «Ci piace festeggiare i momenti importanti della cultura popolare e creare sorprese gradevoli quando la gente si mette a cercare informazioni su film iconici. Per i fan che cercano dettagli su Il mago di Oz – incluso il suo uso leggendario del Technicolor – abbiamo ideato un Easter Egg che rende omaggio alle sue imprese creative», spiegano da Mountain View che tornano al rapporto magico cinema-web con un bel easter egg proprio come già avvenuto per i 50 anni di Doctor Who e il Guanto dell’Infinito di Thanos per l’uscita di Avengers: Endgame. Il mito di quelle scarpette rosse però, simbolo di una volontà antesignana di pace – con quell’iconica “Over the rainbow” cantata da Judy Garland – nel tempo più buio del Novecento, riaprono la mente e il cuore in una dimensione ben oltre il “cinema”. Un mondo magico e un desiderio di ritornare a casa: una parabola di vita tutt’altro che “banale” come spesso si vuole far passare l’iconico Mago di Oz..