Patronati Cgil e Inca all’estero, dopo le prime rivelazioni sulle irregolarità dei finanziamenti, scoperte da una inchiesta della trasmissione Lo stato delle Cose, Giletti ha annunciato che verranno mostrati durante la prossima puntata del 13 gennaio, i verbali del Ministero del Lavoro che confermano il numero delle pratiche, bocciate o annullate, ma che venivano utilizzate per ottenere i fondi nazionali previsti per i servizi. In particolare, si tratterebbe di un numero molto elevato, quasi il 99%, che sarebbe stato dichiarato non valido dopo le ispezioni ufficiali fatti nella sede di New York, relativi soprattutto ad assegni sociali, pensioni di reversibilità e permessi di soggiorno degli italiani all’estero che si erano rivolti al patronato per ottenere questi documenti.
L’indagine era partita lo scorso novembre, quando il giornalista Alessio Lasta, aveva messo in luce il caso, evidenziando la poca trasparenza in merito alla gestione e soprattutto la mancata corrispondenza delle pratiche trattate e concluse con i punti percentuali utili per avere sovvenzioni, pagate con i contributi prelevati dai versamenti Inps. Successivamente il era arrivato anche il commento di Landini che aveva definito le accuse come “Bugie diffamatorie“.
Inchiesta patronati Cgil, verbali del Ministero confermano le irregolarità, annullato il 99% delle pratiche
I verbali dell’ispezione del Ministero del Lavoro, mostrati in esclusiva alla trasmissione Lo Stato delle Cose, confermano i buchi dei patronati Cgil e Inca di New York sulle pratiche che non sono state effettivamente approvate perchè considerate irregolari. Le anomalie trovate riguarderebbero in alcuni casi, fino al 99% dei documenti che non sono stati approvati o sono stati respinti per mancanza di alcuni elementi fondamentali. Nonostante questo però, figuravano nelle dichiarazioni dei punti percentuali ai fini dell’ottenimento dei finanziamenti.
Dalle verifiche dei due anni tra il 2020 ed il 2021, come anticipato anche dal quotidiano LaVerità, è emerso che molti fascicoli non hanno la regolarità del mandato, per la maggior parte perchè mancava la firma del richiedente. Altre domande per la pensione di reversibilità, invece, appartenevano a titolari, i cui nominativi non figuravano negli archivi Inps. Sono spuntate inoltre, circa 200 pratiche per assegno sociale, che erano state compilate con lo stesso codice fiscale per più volte.